Ho superato il secondo esame dell’MBA, quello di Disegno Organizzativo. Sono a 2 sui 30 che dovrò fare in due anni. Ditemi pure brava senza ritegno.
Per festeggiare ecco le 10 cose semplici che ho imparato sull’organizzazione aziendale del lavoro, sui meccanismi di controllo di team e tempo libero. Circa.
1. Viviamo in organizzazioni. Per produrre risultati dobbiamo essere organizzati.
2. Dobbiamo dare il buon esempio, perché:
Le forze demografiche, culturali e sociali – come l’età il livello d’istruzione, lo stile di vita, le norme, i valori e i costumi di un popolo – influenzano i clienti, i manager e i dipendenti di un’organizzazione.
E se ci giustifichiamo noi, giustifichiamo gli altri a far male (della spirale verso il basso ne parlavo qua, ma vale per ogni cosa).
3. Dobbiamo collaborare:
La differenziazione orizzontale dovrebbe consentire alle persone di specializzarsi, e quindi di diventare più produttive. Le aziende, tuttavia, hanno scoperto in molti casi che la specializzazione limita la comunicazione tra sotto-unità e impedisce loro di apprendere l’una dall’altra.
4. Dobbiamo fare team, ma non troppo:
Le ricerche hanno dimostrato che gruppi di lavoratori possono sviluppare norme che riducono la performance.
Ci sono aziende in cui il corridoio parla poco, altre in cui parla troppo e, quando la situazione degenera, si parla di groupthink che
(…) ha luogo quando i suoi membri sminuiscono l’importanza delle informazioni negative o contrarie alla visione della maggioranza del gruppo.
Come si evita? Facendo circolare le informazioni, ma non solo quelle ufficiali (e al momento della loro ufficializzazione per prevenire lo sviluppo delle dicerie).
5. Com’è che si diceva: mal comune mezzo gaudio?
Ogni organizzazione ha una struttura informale che non appare negli organigrammi, ma è nota a tutti i dipendenti.
6. Esiste un mercato interno del lavoro, val la pena di ricordarlo soprattutto quando nel mercato del lavoro, esterno, non c’è un gran movimento.
7. La gente protesta sempre, spesso senza (voler tentare di) capire.
Quando avviene il cambiamento, le persone tendono a focalizzarsi soltanto su come esso influirà su di loro, sulle loro mansioni o sulla loro unità di appartenenza, tralasciando l’impatto generale.
8. Meglio fare un passo alla volta.
Uno degli errori che i top manager commettono spesso nel gestire il processo di innovazione è cercare di dare avvio a troppi progetti contemporaneamente. Il risultato è che le limitate risorse finanziarie, umane e funzionali vengono parcellizzate su troppi progetti diversi.
9. È possibile giudicare un capo da come si comportano i collaboratori.
10. Se partiamo a parlar male delle cose che viviamo potremmo continuare a parlare a lungo.
Le citazioni sono prese dalle pagg. 61, 95, 103, 281, 137, 282, 384 di Organizzazione. Teoria, progettazione, cambiamento di Gareth Jones (Egea).
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Conosco contesti lavorativi in cui questi punti si presentano tutti, e contemporaneamente. Il post mi invoglia a leggere immediatamente questa pubblicazione… nella speranza che suggerisca degli scenari alternativi e delle possibili soluzioni!!!