ovvero: Sem* intervista la signora che stira le camicie di suo marito
Le mie amiche si vestono tutte eleganti quando escono. Noi siamo abituate così, ma io sto iniziando a vestirmi come le donne italiane, comoda e in jeans.
A me non piace salire sugli autobus pieni di arabi. Il loro odore non mi piace. E sono maleducati. Quando senti la musica ad alto volume di uno che sta ascoltando la radio dal telefonino, invece, è sicuramente un latinoamericano.
Quando da noi c’era il comunismo si dava davvero molta importanza alla cultura e altrettanta alle buone maniere. Nessun uomo si avvicina a una donna e le parla se lei non vuole dargli confidenza e, quando abbiamo bisogno di soffiarci il naso ci appartiamo, in modo che nessuno ci senta.
Una mia amica è fidanzata con un ragazzo turco, lui è piccolino mentre lei è più grossa di me. Stanno insieme da molto tempo ormai e stanno bene. Irina e il suo fidanzato egiziano, invece, si sono lasciati. Lui le ha detto che prima o poi tornerà in Egitto e che sua madre gli sta cercando moglie. Stanno molto male entrambi ma tanto sarebbe finita prima o poi.
Noi siamo donne libere, come le italiane, non possiamo capire le loro usanze.
[nella foto: un ritratto di una non meglio identificata A Laundry Maid ironing, dipinta intorno alla fine del 1700 da Henry Robert Morland]
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