Dove lo cerchi?
Il posto migliore sono i mezzi pubblici.
Altro che teoria dei legami deboli. Legami debolissimi questi.
La storia è breve, il mondo è piccolo e via di luoghi comuni.
Il soggetto A incontra il soggetto B, scambiano 4chiacchiere. Si sono già incontrati precedentemente, in posti diversi e hanno anche un ex lavoro in comune. Più o meno.
Gli argomenti di conversazione non mancano.
Il soggetto A lavora nel luogo X. Anche il soggetto B lavora nel luogo X. Il primo per l’azienda Y, il secondo per l’azienda Z.
L’azienda Z sta facendo dei colloqui. Non è un lavoro a tempo pieno, non è un lavoro a tempo pieno di quelli con il cartellino da timbrare. Ma è un lavoro che al soggetto A piacerebbe fare, che saprebbe fare, che potrebbe fare anche restando a lavorare per l’azienda Y dove non ha un contratto di esclusiva e che gli impegna mezza giornata.
Tutto questo A e B se lo dicono nel tempo di due o tre fermate della linea verde a Milano qualche settimana fa, circa.
Oggi il soggetto A inizia a lavorare col soggetto B.
SULLO STESSO ARGOMENTO (FORSE):
Tagged: lavoro, ricerca di lavoro
A volte quando racconto l’importanza dei “legami deboli” nella ricerca di un lavoro ho la sensazione che le persone che ho davanti pensino che:
a) sia pazza, nella migliore delle ipotesi
b) sia ingenua, nella più neutra delle ipotesi
c) sia ipocrita, nella peggiore delle ipotesi
Come dimostra il tuo post, il valore delle relazioni informali è fondamentale nel trovare lavoro, ma spesso credo faccia comodo far volutamente confusione tra passaparola/segnalazione/raccomandazione (che pure esistono, come fenomeni).