Ai giornalisti interessa chi vende le notizie?
Ai giornalisti interessa chi le compra.
Sono una giornalista che ha scelto di fare un altro mestiere. La carta stampata, i quotidiani, il quotidiano in cui lavoravo non mi davano i feedback di cui avevo bisogno.
Quanta gente comprava quel quotidiano per leggere quello che avevo scritto?
Quante persone, dopo averlo comprato per mille motivi diversi, leggevano quello che avevo scritto?
Il bello dei contenuti online sono i numeri che generano. Non solo le page views. A me i numeri non piacciono, però mi piace capirli.
Le page views sono una buona unità di misura per chi scrive online?
No, se il tempo di permanenza su pagina è in media di 3 secondi. Forse, chi lo ha trovato ci è arrivato per sbaglio o perché chi lo ha scritto è bravo a fare i titoli, ha capito come rendere seo-like i contenuti.
Pochi lettori ma buoni si vedono dal tempo che passano a leggere, se un contenuto è interessante si vede da quanto tempo il lettore passa su quel contenuto e da quante pagine per visita fa ogni singolo lettore. Se dopo aver trovato qualcosa da leggere ne cerca ancora allora, con molta probabilità, vuol dire che gli è piaciuto com’è scritta la prima cosa che aveva trovato.
Il lettore non è una pagina vista. Non è un utente unico. È un lettore che spende il suo tempo su dei contenuti.
Ma come ci arriva il lettore a un contenuto?
- da Google, nella maggior parte dei casi, se si parla di contenuti online
- o grazie al personal branding di chi scrive
- oppure… per colpa della tv, se parliamo della carta stampata venduta nelle edicole.
Questo è più o meno quello che ho detto (ho un’ottima memoria) al Journalism Lab Chi vende le notizie? ospitato dal Festival Internazionale del Giornalismo.
Ho deciso di pubblicare tutto subito e non lasciare post in bozze per mesi. Siate clementi.
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Tagged: extras, giornalismo, notizie, page views
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