Quante persone conosco?
Con quante persone lavoro?
Con quante persone vengo a contatto ogni giorno per lavoro e non?
Tante, tantissime, ma quante ore dedico al social networking?
Conosco tanta gente, ma parlo sempre con i soliti quattro. È sicuramente più rilassante e, io che poi tanto socievole non sono, spessissimo preferisco parlare del più e del meno, distrarmi… senza dover sostenere nuove conversazioni.
E a pranzo? Non chiedetemelo. Eppure il social networking è fondamentale.
Lavoro in un palazzo che ospita oltre 1400 persone, mangio in una mensa con sei ristoranti, ho una larghissima e non fiscale ora di tempo. Ora mi ci metto d’impegno. Non dico che voglio conoscere tutti.
Quasi.
A Londra, ho incontrato una che si è presentata chiedendo:
How can we do business together?
Soprattutto in una grande azienda credo sia importantissimo sapere chi fa cosa, e molte volte anche come lo fa.
Quanti considerano il social networking una parte fondamentale del lavoro?
Non cambia se il lavoro che fai non si basa sulle relazioni, le relazioni sono importanti qualunque lavoro tu faccia.
La pausa pranzo è un’ottima occasione, ma bisogna anche essere disposti a fare quattro passi, partecipare a eventi o – perché no? – organizzarne, come fa Paolo Privitera che manda mail così:
the iPizza/iBrunch (the “i” as International Innovation) time has come! after the one I just organized in New York last week and 2 in Milan during the last month, this time is the time for London! (…) ps. feel free to invite some friends if you like.
Non ci sono scuse, mai dire non ho tempo: l’ora di cena è l’orario migliore.
Alle 19 la tua produttività è zero, sei più produttivo come networker. Dillo al tuo capo. [cit. Gianluca Diegoli]
Per saperne di più:
Non mangiare mai da solo. Colleghi, amici, contatti: il segreto del successo, di Keith Ferrazzi e Tahl Raz (Sperling & Kupfer)