In porta Venezia ci sono i resti di un albergo diurno. Ci si può pure entrare, scendendo nella metropolitana, da destra, guardando i bastioni. Di pomeriggio un anziano barbiere va al lavoro; la manicure e il salone di bellezza hanno chiuso da anni ma lui si ostina ad aprire bottega e ha persino dei clienti. Gente che si fa la barba in vecchio stile: lama e pennello.
Sopra la piazzola c’è una pensilina in stile Liberty, anche questa faceva parte dell’albergo diurno. Su questa, che sta di fronta lo Spazio Oberdan, ci si ferma a prendere l’ombra chi passa per andare a prendere l’autobus. Da qualche tempo, da un lato e dall’altro della pensilina è stato disegnato un volto di Cristo. Sono fatti a spray e mentre quello che dà verso la piazza è incoronato da spine rosso vivo l’altro sembra meno sofferente e più sobrio.
Sia dall’uno che dall’altro lato sono stati accesi dei ceri.
Il dubbio è che a portarci i ceri siano gli stessi autori, nel tentativo di alimentare la leggenda.
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