Quando sono andata a ritirare la pagella di quella piccola che ha finito quest’anno la prima elementare non sapevo cosa dire, ma mi sembrava brutto non dire nulla e allora davanti a tanti 9, qualche 10 e un 8 ho detto:
– che esagerazione!
La maestra ha risposto subito che non erano voti esagerati, ma una valutazione ponderata della classe.
Ponderata.
Rispetto a cosa?
Io non ricordo che voti avessi alle elementari. Non ricordo i voti delle medie. So che alle superiori per due anni in italiano ho avuto 8 ai compiti in classe e per altri tre, appena cambiata insegnante, facevo fatica a prendere 6. Cos’era cambiato?
Io scrivevo sempre allo stesso modo, magari meglio crescendo. Credo.
Di cose strane a scuola me ne sono successe.
Al quinto anno, uno dei primi giorni di scuola, venni interrogata in ragioneria.
Ero impreparata.
Come tutti, i primi giorni di scuola. Ma non è una scusa.
Il professore disse, davanti a tutta la classe che ero bella e potevo anche non dover essere intelligente.
Mi misi a studiare. Non mi interrogò più.
Arrivai con 5 alla maturità. Mi diplomai con 52/60.
Un successo partendo da un’insufficienza in una delle materie d’esame fisse, si può dire, dell’Istituto Tecnico Commerciale.
I primi anni di università – non era scontato per me che potessi iscrivermi all’università – mi tagliai i capelli, iniziai a vestirmi coi maglioni larghi, il cappotto lungo. Erano gli anni ’90. Ma non è una scusa.
Volevo incessirmi e dimostrare di essere intelligente.
L’università l’ho finita, poi. Non subito. Ma questo l’ho raccontato già.
Non ho superato più esami vestendomi male, ma mi sentivo molto più sicura grazie a quella roba orribile comprata di proposito a via Sannio.
Oggi faccio un po’ lo stesso, al contrario.
Un giorno scopriremo chi è stato a dire alle donne che quelle più brutte astiose trasandate e arroganti son le più intelligenti.
— Non sono Cinzia (@Iosonolagomma) July 30, 2016
Quanto è difficile dire agli altri quanto valgono. Anche se non è poco.
Ma pure dirselo da soli. Tanto che io ho deciso di dirmelo spesso.
Lo fai anche tu?
Mesi fa, per la prima volta ho tenuto un esame. Insegno da 4 anni in un master dell’Università di Padova dove non ci sono esami a fine corso, ma valutazioni basate su criteri diversi, compresa la partecipazione attiva alle lezioni.
Quest’anno ho insegnato anche allo IED e lì alla fine del corso c’è l’esame. L’esame orale.
Io interrogo, tu rispondi, io ti do un voto.
Ecco, quest’anno ho invitato una ragazza a rifiutare un 28.
Torno in aula anche quest’anno. Siate bravi anche voi.
Se ti interessa qui trovi il bando per il Master in Comunicazione delle Scienze e il corso singolo in Comunicazione Digitale e Social Media che è quello che si può seguire anche senza doversi iscrivervi a tutto il master e di cui ho parlato, a volte, qua.
[la foto l’ho messa qui solo a titolo illustrativo, se vi interessa l’articolo è la traduzione di un articolo di The Economist tradotta sul numero dell’8 luglio di Internazionale]
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Sarà che per i ragazzi l’aspetto fisico influisce sul rendimento accademico in maniera opposta a quanto accade per le ragazze? Dico la mia, ma magari sarebbe interessante studiare la cosa in maniera più approfondita e statisticamente rilevante e meno aneddotica.
Quand’ero all’unversità avevo più o meno l’aspetto da barbone che ho adesso: capelli e barba lunga e abbigliamento scelto rigorosamente a caso. All’università avevo la media intorno al 24.
Poi però mi invaghisco di una ragazza che veniva al corso di tedesco con me e allora decido di “farmi bello” (nei limiti del possibile). Capello corto (mi dicevo che tanto avrei dovuto tagliarmeli l’anno successivo per il servizio militare, ma sapevo perfettamente che non era quello il motivo), barba tagliata, lenti a contatto al posto degli occhiali incrostati d’unto e vestiti scelti con un certo (discutibile) criterio.
Per farla breve con la ragazza del corso di tedesco non andò benissimo, ma in compenso mi mancavano 6 esami all’università e li diedi tutti in meno di un anno (ad ingegneria non è per niente scontato) prendendo quattro 30 (con un paio di lodi) e due 28.
Coincidenza? Tu che ne pensi?