Da quanto tempo non ci vediamo?
Tempo fa avevo teorizzato che lavorando in un palazzo che ospita oltre 1400 persone ne avrei dovute conoscere almeno la metà.
Non so a che punto sono, ma ammetto di essermi persa. Nonostante la buona volontà.
Perché questa voglia di conoscere gente?
Quest’estate ho letto Donne & Carriera (Hoepli) e ho preso appunti.
Ecco 10 consigli utili per le donne che lavorano presi a prestito da Heather McGregor, in arte Mrs Moneypenny.
1. FARE NETWORKING
(…) il proliferare di social media rende l’interazione faccia a faccia ancor più importante. Proprio perché così in tanti si collegano grazie a Internet, è difficile distinguerli tra loro. Bisogna incontrare di persona i vari individui prima di capire chi si desidera davvero nella propria community e chi invece si preferisce tagliare fuori.
Ognuno di noi è ricco di capitale sociale.
E il capitale sociale dovrebbe essere una voce obbligatoria nel cv. Una volta per i giornalisti la rubrica era una dote importante. Io ancora conservo la mia: tutta scritta a penna, con appunti qua e là per ricordarmi chi era chi.
2. FARE SELEZIONE
Il numero di persone che conosci e la loro importanza non sono rilevanti quanto il grado di conoscenza che ti lega a loro.
Io considero parte della mia rete chi risponde alle mie e-mail e telefonate.
In quanti lo fanno con te?
Anche per me è così. Non sono una che spaccia amici che non ha e sono convinta che non sia importante il numero di persone che conosco, quanto quello delle persone che conoscono me.
Un consiglio di Heather McGregor è usare dei filtri per capire chi includere nella propria rete.
Io lo faccio:
– escludo le persone che chiacchierano troppo (degli altri)
– escludo le persone che si piangono addosso
– escludo le persone arriviste, mascherate da ambiziose (includo, invece, quelle ambiziose con stima)
Nella vita, non solo sul lavoro.
Sì, vado per esclusione.
Nessun buon esempio mi è mai stato utile come i cattivi esempi.
Una delle cose più difficili nel costruirsi una rete di contatti è che potresti finire per avere un numero di membri di valore superiore a quello delle ore che hai in una giornata.
3. AVERE FIDUCIA NELLE PROPRIE CAPACITÀ
La fiducia in sé stesse è una caratteristica che tutte le donne ambiziose devono sviluppare. L’Institute of Leadership & Management ha svolto un’indagine su 3mila dirigenti, uomini e donne, e nel febbraio 2011 ha pubblicato i risultati in Ambition and Gender at Work. Il divario era notevole: solo la metà delle donne manager dichiarava di avere un livello elevato o abbastanza elevato di fiducia in sé stessa.
La metà delle donne manager. La metà. Sono pochissime.
Cosa succede in Italia?
Per saperne di più uso i dati della ricerca Donne e Autostima, realizzata da ISPO perTENA: secondo la ricerca, condotta su un campione di 600 donne italiane tra i 25 e i 65 anni, il livello dell’autostima femminile è cresciuto e sono proprio le donne più giovani, tra i 25/34 anni e con un titolo di studio alto, a sedimentare nel tempo la stima di sé.
Pur essendo tutte consapevoli di vivere in un periodo storico particolarmente difficile, che inevitabilmente porta con sè timori e limiti, le donne con una buona autostima si realizzano nella dimensione professionale e nel benessere psico-fisico, tanto da anteporre tali variabili a famiglia, relazioni sentimentali e benessere economico.
Partirei da qui.
4. CREARE BUONE RELAZIONI DI SUPPORTO
C’è un posto speciale all’inferno riservato alle donne che non aiutano le altre (cit. Madeleine Albright)
Non servono commenti, vero?
5. TROVARE UNA STRADA E… CAMMINARE
Può essere che non sia sempre colpa del soffitto di cristallo ma, in parte, anche del pavimento appiccicoso (cit. Rebecca Shambaught)
Dire che la colpa è sempre degli altri non aiuta nessuno.
6. FARE UNA LISTA DI PRIORITÀ
Scrivile.
Poi fanne una lista in ordine di importanza. Se ne hai più di cinque riducile e ricorda che le prime due assorbiranno la maggior parte del tuo tempo.
Fissa una data in agenda per rivederle… per esempio tra due anni.
Heather McGregor dice di averne cinque per valutare ogni richiesta di dispendio di tempo e dire di no se non ne vale la pena. Per crescere bisogna decidere le priorità, non solo gli obiettivi.
Le sue sono:
- lavoro
- figli
- marito
- amici
- sé stessa
Le mie:
- la mia sanità mentale
- lavoro
- Maurizio
- Diamara
- tempo libero (da passare da sola)
Non significa che il lavoro viene prima della mia famiglia, ma sicuramente la mia vita la passo più al lavoro che con loro e per questo il lavoro che faccio deve piacermi.
Io non vengo prima di tutto, prima di tutto viene il sistema di cose che mi ruotano intorno: lavoro, rapporti sociali (e di lavoro), gestione del tempo e degli spazi. Tutto affinché io, impazzita, non possa più gestire, vivere, apprezzare le cose che seguono nell’elenco.
Maurizio viene prima di Diamara sì. 1. perché essere una mamma single presuppone delle capacità che io non ho 2. perché lei esiste solo perché c’è lui (suona molto romantico, ma è anche molto pratico).
E le vostre, quali sono?
7. ESSERE FONTE DI ISPIRAZIONE E DI ENTUSIASMO
No, non sono una mitomane. Penso di non essere un manifesto, ma ognuno di noi può essere di (buon) esempio.
8. DIVENTARE UNA LEADER DI PENSIERO
Sapere tutto di tutto non paga, oltre a essere tendenzialmente impossibile. Ognuno di noi, però, ha interessi e curiosità più forti di altri. Averli aiuta a crearsi delle competenze. Sfruttarle significa metterle a disposizione di tutti.
9. DIRE NO A VOLTE PAGA
Non fare tutto. Non dire sì a tutto.
Me lo ripeto di continuo e qualche mese fa, quando un amico mi ha chiamata per propormi una trasmissione tv (wow, sì wow), ho detto no.
10. TROVARE UN SOCIO
Se non hai ancora scelto un compagno di vita, opta per un marito che ti sosterrà in casa come un socio.
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Donne & Carriera, 10 consigli smart per lavoratrici ambiziose http://t.co/UR3KN71X un libro @Hoepli_1870, un po’ di fatti miei
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Sembra molto interessante, quasi quasi me lo compro! Tanto più che ancora un annetto di università e dovrò affacciarmi anch’io nel mondo del lavoro..
è un libro molto interessante, merita: anche se alcune cose sono ovvie a quanto pare serve ripeterle
Utilissima sintesi, grazie! In 3 minuti per la lettura del tuo post mi hai risparmiato una decina di ore per la lettura del libro! Devo leggerti più spesso
Annamaria, ma leggilo il libro, il mio era un riassunto, magari ci trovi cose che ti interessano che io ho saltato
La tua sintesi “digerita” mi è sufficiente per il momento… sono troppo presa a far schiumare proteine O_o. Aspetto il tuo, invece, che leggerò sicuramente. Buona giornata.
Donne & Carriera. fai la lista delle priorità, contrallala a distanza di tempo, impara a dire di no http://t.co/J2gjQN0E grazie @semerssuaq
[La sanità mentale al primo posto, sì!] Donne & Carriera, 10 consigli smart per lavoratrici ambiziose http://t.co/4iePkOsi via @semerssuaq
Utile! “Donne & Carriera, 10 consigli smart per lavoratrici ambiziose http://t.co/DULcVdpR” via @semerssuaq
Mi ha decisamente incuriosito. Donne & Carriera, 10 consigli smart per lavoratrici ambiziose http://t.co/F1h0MI6m via @semerssuaq
RT @Valenow: Mi ha decisamente incuriosito. Donne & Carriera, 10 consigli smart per lavoratrici ambiziose http://t.co/F1h0MI6m via …
Molto Interessante! Brava @semerssuaq
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Molto utile! “Donne & Carriera, 10 consigli smart per lavoratrici ambiziose http://t.co/Ou8c09yR” via @semerssuaq” ( @sebianag )
Ecco le mie priorità
1. Autostima
2. Oppi (mio marito)
3. Ernesto (mio figlio)
4. Libertà nella gestione del tempo
5. Un altro figlio, magari due
L’autostima dipende molto dal lavoro, ecco perché ne ho cambiati una decina prima di trovare la mia “casa” lavorativa.
Oppi viene prima di Ernesto esattamente per gli stessi motivi che hai elencato tu. Inoltre dividiamo al 50% il tempo di Ernesto, dove la trovo una tata così disponibile aggratis?
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Non condivido quel concetto di autostima forse perchè nel mio percorso di crescita e conferma del mio io, “io” non vengo prima della mia famiglia (anche l’ordine della lista cambia). Cindivido tutto il resto, anche se spesso quamdo devo proprio scegliere, perchè non ho trovato soluzioni alternative, tra lavoro e famiglia io scelgo sempre e cmq la famiglia. Leggeró il libro 😀
il libro ti piacerà, anche se dovrai ammettere che sei tu a venire prima di tutto: una mamma stressata (che non dedica tempo a sé stessa) non è una brava mamma (secondo me)
Sul concetto di stressata ci sto lavorando. Ho cambiato lavoro prima che la seconda compisse un anno per la voglia di gratificarmi anche professionalmente, ma le mie bimbe vengono prima anche di me. Forse sbaglio, sarà un “retaggio” culturale, ma non sono convinta che sia del tutto sbagliato. Galimberti mi ha aperto gli occhi sul concetto di tempo quantità più che tempo qualità. E’ il tempo passato insieme che fà la differenza nella capacità di comprensione e “ascolto” delle necessità del bambino. Ma in una situazione come la mia sono nella fase di ricerca dell’allocazione più giusta per tutti.
sono la Simona di prima
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Complimenti! Questo è un post bel-lis-si-mo! Come tutto il blog del resto. Luisella
ma grazie, grazie davvero