Ovvero dedicarsi ai lavori di casa fa chic
… parlare di articoli usciti tre mesi fa (letti solo adesso) parte II
Semerssuaq è rimasta estasiata dalla lettura di questo vecchio numero di Elle e ha deciso che prima di buttarlo deve divulgarne il verbo.
A Semessuaq questa volta gli ha preso così.

Nell’appartamento di Rita Konig in Ladbroke Grove regna il caos più totale. Su ogni centimetro quadrato di superficie sono ammucchiate in precario equilibrio montagne di libri illustrati, di quelli che devi sfogliare per forza – da “Vogue Interiors” ai “Rittratti” di Avedon – e il pavimento è coperto da un vero e proprio tappeto di carte (riviste di moda, ricevute, appunti…) in attesa di essere calciate da qualche altra parte dal primo piede di passaggio.

E fin qui tutto bene.

Mai avrei creduto che l’autrice di “Domestic Bliss. How to live” abitasse in un posto come questo. (…) In realtà, come si affretta a chiarire Miss Konig, la sua filosofia di serenità domestica non ha nulla a cui vedere con l’ordine.

Le convinzioni di Semerssuaq sono state legittimate!

«Vivere bene la propria casa significa mettere un vaso pieno di rose nel mezzo del baillamme più totale, oppure essere in rosso in banca e spendere dieci sterline per un sacchetto di goduriosi biscotti artigianali». (…)
Ma in nome di che cosa una ragazza di 29 anni si ritiene in diritto di spiegarci come vivere? (…)

Semerssuaq crede si stia mettendo in discussione la sua autorità!?
Ma l’articolo a pg 243 continua:

Il tipo di consigli che ci aspetteremmo da una sessantenne o tutt’al più, da una trentenne molto navigata. Allora basta anche un solo anno in più? Mhà! Viene spontaneo chiedersi se “Domestic Bliss” rispecchi la vita della sua autrice. «Arrivano qui tutti timorosi, convinti di doversi togliere le scarpe e non poter toccare nulla (…)».

Semerssuaq: non sei sola!

(…) faccio le pulizie in slip e canottiera, subito dopo essermi alzata dal letto, per essere più libera nei movimenti e gustarmi di più il bagno dopo.

Etc… etc…

[La rivincita di Cenerentola di Susannah Osborne; Elle, marzo 2003]

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