Se ti piace raccontare le cose che sai e quelle che fai smettila di scriverlo in ogni dove e prova a mostrarle.
«Ma io non so fare le foto». E allora impara. Se hai uno smartphone (ce l’hai, vero?) inizia a guardare cosa fanno quelli bravi. Rocco Rossitto ha raccolto per GQ 30 account – sotto i 10mila follower – da seguire su Instagram, inizia da lì.
[La foto fa parte della raccolta dell’Instameet di Milano]
Cos’è Instagram?
Non c’è nulla di più facile da condividere di una foto, meglio se bella.
Deve a questo il suo successo Instagram, l’app gratuita per iOS, Android e Windows Phone 8, che permette di scattare foto e pubblicarle.
Su questa piattaforma le foto sono quadrate come le vecchie istantanee Polaroid, e vengono rese più belle applicando filtri vintage, luce e la possibilità di sfocare alcune parti per creare effetti di profondità.
Le cornici, che in un primo momento erano un tratto distintivo dell’app, ora sono sempre meno usate.
Instagram è visibile anche dal Web (con la possibilità di commentare e mettere like, ma non di caricare foto o usare i filtri) e grazie alla possibilità di caricare anche video Instagram è diventata una piattaforma completa per condividere storie tramite immagini, che siano statiche o in movimento.
Anche su Instagram si usano gli hashtag per navigare tra foto di gatti, colazioni, paesaggi, acconciature, città d’arte e così via, vivendo storie che altre persone raccontano scatto dopo scatto.
Anche con Instagram si condivide un pezzo di sé e si entra in contatto con altri che hanno gli stessi nostri interessi (e li fotografano). Può servire a raccontare passioni e capacità, ma anche a scoprire posti nuovi. Chi usa Instagram vede ciò che avviene nel mondo, in posti lontani dal suo, senza che nessuna barriera linguistica possa essere di ostacolo.
Tranne che nella shortbio: lo spazio in cui puoi raccontare un po’ di te e aggiungere un link.
[shortbio e onestà] @andreadelogu su instagram: Dai non scherziamo, sei qui per vedere tette e culi non per sapere che ho fatto nella vita
— Domitilla Ferrari (@domitilla) July 30, 2013
– – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – –
Una parte di questo post è presa dalla scheda di approfondimento su Instagram di Due gradi e mezzo di separazione. Come il networking facilita la circolazione delle idee (e fa girare l’economia), Sperling & Kupfer scritta con la collaborazione di Rocco Rossitto.
Un altro pezzo tratto dal libro lo avevo pubblicato tempo fa:
– 11 consigli per scegliere la fotoprofilo.
SULLO STESSO ARGOMENTO (FORSE):
Tagged: #duegradiemezzo
* INSTAGRAM E TU :: via @domitilla
È più severa di me. [Grazie]
http://t.co/41TScJ5qJ9
per quelli che «ma non so fare le foto»: c’è #WWIM11, organizzato da quelli (bravi) di @Collater_al http://t.co/it4drrgq9i
per quelli che «ma non so fare le foto»: c’è #WWIM11 http://t.co/sOFFDMNVBg via @domitilla
per quelli che «ma non so fare le foto»: c’è #WWIM11, organizzato da quelli (bravi) di @Collater_al http://t.co/arbElzzH4W via @domitilla
Leggetevi @domitilla su Instagram e Instameet World Wide a Milano http://t.co/PAS8XYQnsh grazie a @Collater_al e @whatitalyis
via @domitilla * INSTAGRAM E TU :: http://t.co/XDr2MTW8zq
RT @DValente10: “Ti piace raccontare le cose che sai e quelle che fai? smettila di scriverne e prova a mostrarle” cit. @domitilla http://t.…