Renata Saligeri Zucchi, a dispetto del doppio cognome, non è un diplomatico né una dama di corte.
Renata è una cubista del Luminal, noto locale milanese. Renata è una ragazza tutto pepe, disinvolta, esuberante e persino un po’ spaccona.

Ha 33 anni ma per saperlo abbiamo dovuto insistere “Non si può chiedere l’età a una vampira”, dice. Ma le si può chiedere quanto guadagna?

Anche 5000 euro. Il brutto è che non mi bastano mai. Casa è di mia madre e non ho neppure l’auto da pagare. Non posso immaginare come faccia una ragazza con uno stipendio di 1500 a tirare avanti. Io già così non riesco a mettere nulla da parte!

E mentre lo dice pare sinceramente incuriosita.
Visto che la sera nei locali in cui lavora certo non paga, come li spende tutti questi soldi?
In vestiti, in trucchi…

Nulla di nuovo per una donna. Ma, forse, ci si immagina che una cubista non debba essere, poi, molto vestita…
Ma se siamo più vestite noi di quanto non siano le ragazze che ballano sotto al cubo?! Noi al massimo abbiamo una minigonna, un jeans strappato. Abbiamo un nostro look. Ma più che altro decido quando mi sveglio come vestirmi, dipende dall’umore. A parte in serate particolari in cui indossiamo il perizoma.

È difficile fare amicizia in questo ambiente, soprattutto con le altre donne?
Per me no, io e Diana lavoriamo insieme, ci siamo conosciute da poco ma siamo subito diventate amiche e andiamo molto d’accordo. Al lavoro e fuori.

Quante ore si lavora ogni notte?
Un’ora e mezza, non di più. Facciamo turni di trenta minuti, tre turni a sera. Esco di casa a mezzanotte e alle quattro – se voglio – sono di nuovo a casa. Bella Vita. Poca spesa, tanta resa.

Questo per sei sere a settimana, dal martedì alla domenica. Sempre al Luminal.
Il suo alter ego, Renee Margot è Svizzera, di Ginevra.

Ho anche inciso un disco, di musica dance. Ma si sa come vanno queste cose. Il disco non è partito. Fondamentalmnte bisogna essere molto disponibile. Il personaggio di Renee Margot mi rappresenta appieno, come rappresenta il mondo della notte, il sesso.

Per questo veste in lattex.

E la famiglia?
All’inizio non l’hanno presa benissimo. Mia madre è un’insegnante alle scuole medie, mio padre un ingegnere meccanico. Avrebbero certo voluto che continuassi dopo il diploma al linguistico. Ma io ho iniziato a lavorare in estate, in Sardegna e da lì non mi sono fermata più.

Ci si sente sfruttate a fare questo lavoro?
No, siamo lì per quello. Per attirare l’attenzione! Io, poi, sono un’egocentrica. Fosse per me andrei in giro nuda!

Un buon modo per battere la concorrenza!
La concorrenza è tanta ma io non bevo, non fumo, non mi butto via. Ho scelto la notte per guadagnare molto, ma è un lavoro che non fai per tutta la vita. Vedo tante ragazze in discoteca, anche di vent’anni, già devastate. Io faccio la cicala. È una scelta di vita la mia. E si vive una volta sola.

E di giorno? Almeno la palestra?
Il minimo indispensabile. Per lo più dormo.

Qual è la cosa più fastidiosa che fanno gli uomini per attirare l’attenzione?
Gli spiritosi quando sono sul cubo mi toccano i tacchi. Io li prenderei a mazzate. C’è una regola che è guardare e non toccare.

E il tuo uomo ideale?
Ricco, bello e sincero.

Ha detto niente!

[No, non si allegano foto. Semerssuaq – che ha appena sfornato i biscotti – ha un solo anno in meno della cubista! Questi sì che sono cattivi esempi!]

 

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