Non è un post triste.
Ho letto Il contrario della solitudine, la raccolta di racconti di Marina Keegan che prende il nome dal suo discorso di fine laurea, che ha letto alla Yale University cinque giorni prima di morire.
E qui finisce la tristezza. Promesso.
La lettera è qua, se vi va di leggerla. Io ve ne copio dei pezzetti, in corsivo.
Basta dormire troppo. Procrastinare. Prendere scorciatoie.
Eh. I ragazzi, oggi, non hanno tempo da perdere, anche se hanno tutto il tempo del mondo: è il loro paradosso, scriveva Gianluca Diegoli parlando di adolescenti (e uso dei social media).
Allora, mentre leggevo la lettera, mi sono chiesta quale fosse il momento giusto per fare tutto. Quando possiamo dire di essere pronti? A impegnarci, a assumerci responsabilità? A quale età, sì, a quale età?
Quando finirete di definire giovani i manager, i politici e gli imprenditori di 50 anni?
Abbiamo questi standard irraggiungibili e probabilmente non saremo mai all’altezza della versione perfetta di noi stessi che fantastichiamo per il futuro.
secondo me a Hillary Clinton ‘sta foto gliel’ha fatta lo stesso fotografo che ha scattato a noi in SDA Bocconi School of Management le foto per il cv book 2015
Posted by Domitilla Ferrari on Sunday, April 12, 2015
Hillary Clinton è nata nel 1947
Che a parole siamo tutti pronti per un presidente donna (per un presidente americano donna, ché di donne presidente ce ne sono già in giro, ma Hillary Clinton, come racconta Isabella Fava:
Non diventerà solo la donna più potente del mondo, se ce la farà. Ma anche la donna che, all’età di 67 anni e già nonna, non getta la spugna e decide di rimettersi in gioco. Di continuare una carriera.
Continuare la carriera. A 67 anni. Che va bene, non che non.
Hillary Clinton ha l’età di mia madre
Hillary Clinton ha 27 anni più di me: io quest’anno compio 41 anni e non voglio più pensare di avere tutta la vita davanti per far quel che resta.
Quel che resta da fare, tentare, vedere, condividere.
la gente muore e ti ricorda che il tempo per vedere chi vuoi finisce, ecco perché la lista delle cose che faccio quest’anno — Domitilla Ferrari (@domitilla) January 8, 2015
E poi mi circondo di gente che è felice così.
Poi siccome andare a lezione tutte le sere per tre anni mi pareva poco ieri mi sono iscritta ad un corso. Morirò, è vero, ma così istruita. — Tostoini (@tostoini) February 27, 2015
Non è paura di morire, o invecchiare. Ma invecchiare triste.
Quando finirete di definire giovani manager, politici e imprenditori di 50 anni? http://t.co/SPyXM3YWvq #ilcontrariodellasolitudine
Quando finirete di definire giovani manager, politici e imprenditori di 50 anni? http://t.co/jvoEQJLfvK via @domitilla
Bello questo post. Concordo con te: la nostra paura più grande non dev’essere quella di morire, bensì di morire tristi o senza aver fatto quello che ci fa stare veramente bene. Dovremmo fare qualcosa tutti i giorni per arrivare sempre soddisfatti all’ora di cena: mai smettere di studiare, di migliorarci, di imparare sempre qualcosa di nuovo. Ho segnato il libro nella mia wishlist…tu intanto potresti candidarti come primo presidente donna!