>> NUMERI ARRETRATI ::
I parte
ovvero: chi è contrario parli adesso o taccia per sempre.
E’ peccato desiderare l’aria condizionata in chiesa durante la santa messa? Il quesito termico-teologico è giunto nientemeno che sulla scrivania del Santo Padre nel buen retiro di Castelgandolfo. Lo ha posto in termini accorati e accalorati Amedeo Laboccetta, intraprendente e fantasioso consigliere comunale di Napoli (…).
Laboccetta era reduce esausto da tre matrimoni celebrati al solleone in chiese partenopee che sembravano forni crematori; giacca e cravatta in piena canicola, un’ora di sauna mistica presso l’altare, ventagli e cartoline sventolate per evitare collassi, e poi mani sudaticce che si scambiavano untuosi segni della pace, baci umidi scambiati ai piedi dell’altare, riso scotto lanciato sugli sposi in avanzato stato di cremazione.
Altro che la questione sui matrimoni gay che ha spaccato il mondo dopo il documento della chiesa: i matrimoni omosessuali riguardano una minoranza, mentre i matrimoni accaldati riguardano la stragrande maggioranza; anche qui è in gioco il difficile rapporto con la natura: l’omosessualità , come l’aria condizionata, può considerarsi ancora contronatura o c’è possibilità di accoglierla in chiesa? Converrete che il quesito, nel caso dell’aria condizionata, ha valenza universale e non particolare; non riguarda gli orientamenti sessuali, le preferenze, ma colpisce tutti, indistamente. Si può aver fede e prestare attenzione al prete se il caldo ti uccide pensieri e azioni? Non c’è il rischio di invalidare i matrimoni perché sono stati celebrati in condizioni di impedimento, scarsa lucidità mentale, situazione fisica di sofferenza e gran fretta di finire per evitare svenimenti? Non c’è il rischio che il sì sia stato strappato solo per metter fine al martirio? (continua)
[Marcello Veneziani su Il Giornale di martedì 5 agosto 2003, Il paradiso dell’aria condizionata può attendere]