>> IL CAPPOTTO ARANCIONE ::
La ragazza con il cappotto colorgamberettobollito amava andare a teatro da sola. Si ha il tempo per pensare e non ci si deve distrarre per cortesia.
Alla ragazza con il cappellino di lana, la sciarpa e il cappotto non faceva così tanto freddo. A Roma un giorno fa freddo ma quello dopo non più.
Alla ragazza con il cappotto colorgamberettobollito piace però nascondersi nelle tasche, sotto il cappello, dietro la sciarpa. Ogni posto è utile. Al buio della galleria, da sola passeggiando verso casa, sotto una doccia troppo calda. I pensieri che la turbano sono tanti. Nessuno prima degli altri. Questa la cosa più grave: non essendoci una priorità, una gerarchia, i pensieri si ammassano e si confondono.
Come polvere sotto il tappeto.
Risolto uno tutti gli altri si riammucchiano e fanno confusione. Creandone un altro. E un altro dopo. E così sia.
Molto spesso i problemi non sono così gravi. O così insormontabili. Ma la ragazza con il
cappotto colorgamberettobollito non ama spolverare.
La ragazza con il
cappotto colorgamberettobollito torna a casa, si spoglia: la sciarpa, il cappello, il cappotto, le scarpe, la gonna, il maglione, la camicia, le calze, una culotte e un reggiseno. Poi sotto la doccia per ore. A rimettere in ordine pensieri.
A lavarli.
La ragazza con l’accappatoio e i pensieri impiastricciati si nasconde sotto il piumone, nel pigiama, con la borsa dell’acqua calda sui piedi e l’orzetto sotto la luce.
Buio.