Come la più volte annunciata morte dei blog, così anche il ritorno delle newsletter continua a far notizia. Eppure tantissime aziende sono diventate creatrici di brand content aprendo contenitori non molto diversi da un blog e le newsletter non sono mai davvero sparite.
Magari avevamo pure pensato che – viste le tante informazioni che riceviamo attraverso i social media – non avremmo più avuto tempo anche per leggere altro via mail, e invece è stata proprio la sovrabbondanza di informazioni a farci apprezzare costanza, focalizzazione dei contenuti, piano editoriale e tono di voce coerenti. I motivi per cui siamo iscritti a newsletter indipendenti, curate e diverse tra loro. Uno spazio che ha inoltre il vantaggio di proteggerci dalla lettura di commenti inutili, fuori luogo, come spesso accade quando leggiamo notizie e punti di vista sui social media.
I contenuti di valore hanno quindi trovato il modo di emergere e raggiungere un pubblico interessato, davvero.
La newsletter – chi lo avrebbe mai detto? – permette la fidelizzazione di un pubblico con cui si instaura una relazione: quello che io chiamo di solito il fan club, e tutti ne abbiamo uno.
E questo pubblico non è ristretto, anzi: io ho più iscritti alla mia newsletter che amici su Facebook, per esempio.
A quella sulla politica americana scritta da Francesco Costa, Da Costa a Costa, sono iscritte oltre 15 mila persone – tante quante le famiglie che hanno a casa l’Auditel – e dal 2015 si autosostiene grazie alle donazioni dei lettori.
Non si può sapere tutto di tutto, ma per tutto c’è una newsletter: Simona Sciancalepore, autrice di Manuale di scrittura creativa, tecniche ed esercizi per creare contenuti originali per il Web (Apogeo) ne manda una al mese con consigli e esempi per imparare a mettere in ordine i pensieri anche grazie alle infinite risorse della Rete; Gianluca Diegoli (che qui nel suo contributo sui trend per il 2020 ha scelto di parlare di integrazione) ne manda una ogni venerdì dove parla, appunto, di marketing; sempre il venerdì arriva The Chat, quella di Ester Viola, avvocatessa e scrittrice: una rassegna commentata di articoli di costume e società.
Quindi come sopravvivere alla sovrabbondanza di informazioni? Iscrivendosi a una newsletter.
Le newsletter per informarsi risparmiando tempo
NightReview nasce nel 2013 proprio dall’idea che nel corso della settimana, a causa del lavoro o di altri impegni, non abbiamo mai tempo di fermarci a leggere i pezzi più lunghi e approfonditi. E così, iscrivendosi, ogni venerdì sera si riceve una selezione delle migliori long read: storie, approfondimenti, inchieste, ritratti, interviste e reportage, pubblicati dai media italiani e internazionali. Gratis.
È a pagamento, invece, Good Morning Italia che invia ogni giorno un daily briefing curato dalla redazione. Nata nel 2013 due anni dopo ha ricevuto il Premiolino, il più antico riconoscimento giornalistico italiano perché, come dice il direttore di Good Morning Italia, Beniamino Pagliaro: «Provare a capire il mondo è il lavoro che facciamo ogni giorno, ogni mattina».
Per informarci, facendoci risparmiare tempo. Lo stesso che hanno pensato Danielle Weisberg e Carly Zakin, due ex dipendenti della NBC che nel 2013 hanno fondato una delle mie newsletter preferite: The Skimm, che arriva dal lunedì al venerdì, gratis, a un pubblico di oltre 7 milioni di iscritti, tra cui Michelle Obama e Oprah Winfrey. Notizie fit to click riassunte per millennial (l’80% sono donne tra i 22 e i 34 anni) che sanno abbastanza di cosa accade nel mondo per capire di dover sapere di più, in pochi minuti. Così resta il tempo, poi, da perdere altrove.
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Questo articolo è stato pubblicato da MailUp il 30 gennaio 2020 con il titolo: Digital Marketing: 8 trend per il 2020 secondo gli esperti.
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