Ci è voluto un anno a decidere cosa fare, cosa cambiare. Se restare.
Abbiamo deciso di restare nel nostro piccolo loft, rinunciando alla vasca da bagno a due piazze, stringendoci un po’. Ci siamo trasferiti il tempo dei lavori e siamo rientrati a casa insieme agli scatoloni da aprire. Alcuni sono ancora qui.
Ogni volta che ne apriamo uno è come se fosse un regalo. Una sorpresa.
«Ma guarda cosa c’eravamo dimenticati!»
Avevamo dimenticato di avere pacchi di fotografie, accessori e suppellettili da cucina di ogni forma, chili e chili di biancheria da casa: potrei fare la fiera del bianco a casa mia.
Avevamo (e abbiamo ancora, ancora inscatolato) uno stereo di quelli con le casse e pure le cassette.
Così come pure tanta, tanta tecnologia che una volta era sparsa intorno alla tv e che ora abbiamo ben sistemato nella libreria nuova.
Ho deciso che da oggi in poi non terrò in casa più nulla se non oggetti che cambiano la vita. Quella di tutti i giorni, ovvio.
Per iniziare, mi accontenterò di un po’ meno cavi da nascondere e far passare sotto ai mobili, di oggetti multifunzione o, perlomeno, impilabili.
E voi, quali sono gli oggetti che vi hanno cambiato la vita?
La foto è una citazione di Pietro Bellini de la cafetière pour masochistes di Jacques Carelman (usata per illustrare La caffettiera del masochista, psicopatologia degli oggetti quotidiani)
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il ripetitore che mi porta sky da una stanza all’altra e il kenwood chef
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proiettore nascosto su una mensola, di fronte ad una parete bianca
a me solo due cose hanno cambiato la vita, in casa. il modem wifi ADSL e il barbecue a gas