Dopo aver imparato con Massimo Polidoro, scrittore e segretario del Cicap, come possiamo cercare di migliorarci, ogni giorno, anche ragionando per dubbi sulle nostre convinzioni, alla COLAZIONE +1 sono venuti a raccontare le loro storie:
– Simona Panseri, Direttore Comunicazione e Public Affair di Google
– Mario Fusco, Senior Software Engineer Scala Developer di Red Hat
– Annalisa Monfreda, Direttore di Donna Moderna e Starbene.
Questi sono i loro appunti.
Pensare come Google, Simona Panseri
Far in modo che tutti imparino a pensare come se fossero il fondatore dell’impresa allenta la necessità di una stretta leva gerarchica per far succedere le cose. È la googliness fatta di riunioni da 30 minuti, spazi diversi in cui scambiare 4 chiacchiere per far succedere le cose.
Sviluppare la collaborazione, Mario Fusco
Quali tecniche applicano i team di sviluppo software open source per collaborare e condividere la conoscenza?
E quali di queste tecniche possiamo applicare nel nostro lavoro?
- Code review on steroids: se il tuo codice è open, la revisione può farla praticamente chiunque e questo contribuisce a migliorarne la qualità. Ovviamente non vale solo quando c’è da scrivere… codice.
- No code ownership: è vietato usare il tag @author nel codice che così non appartiene a nessuno e quindi è di tutti. Senza autore non capita di pensare: questo codice è di tizio e io non ci metto le mani.
- Regola dello scout: non lasciare un posto in condizioni peggiori (e possibilmente lascialo in condizioni migliori) di come l’hai trovato. Ovviamente qui il posto è un certo pezzo di codice e la regola vuol dire: se (anche per caso) scopri qualcosa che non ti torna in un codice non far finta di niente ma segnala la cosa ed eventualmente prova a metterla a posto tu invece di fregartene perché stavi lavorando su tutt’altro.
Guidare il cambiamento, Annalisa Monfreda