Prima delle vacanze una collega mi ha chiesto di farle un favore: doveva fare una cosa (complicatissima a suo dire) e aveva bisogno di aiuto. O non aveva voglia di imparare a farla, vai a sapere.
L’ho fatta io, un po’ controvoglia per quella cosa lì che ci hanno insegnato da piccoli del dover insegnare a pescare e non regalare il pesce pescato (che poi, ho gugolato ora, ero convinta d’averla sentita al catechismo e invece no: è un proverbio cinese).
Penso sempre di dover raccontare agli altri le cose che so. Non tenere per me piccole scoperte, trucchi utili e nozioni varie, che magari ho faticato pure a scoprire: ore di sonno per leggere, studiare e così via.
Svolgimento:
nel 2015 ho scritto (solo) 17 post sul blog – di questi 5 li ho pubblicati di lunedì – e i più letti di quest’anno li ho scritti nel 2012.
Perché cedere alla tentazione di vedere – e far vedere – il proprio 2015 con il Facebook Year in Review?
Ecco un po’ di dubbi che questo giochino può risolvere.
Come ogni anno sotto Natale io, Maurizio e Diamara andiamo a fare shopping, prendere il tè e mangiare baked potato a Londra. Ogni anno facciamo più o meno sempre le stesse cose, ma continuo a prendere appunti su cose da fare e vedere (quindi avanti coi suggerimenti utili).
Ora mi organizzo bene ché quest’anno tra una visita alla Tate e un piattino nuovo a Portobello sarò in collegamento con #DigitalicX, un po’ come Samantha Cristoforetti – dallo spazio – durante Che Tempo Che fa.
La foto viene da questa gallery qua su Il Secolo XIX, ma a me quel sorriso viene uguale.
A maggio ho visto Cristina Bowerman sul palco del TEDx Milano Women dire che le donne in cucina come chef sono poche e vivono situazioni (e domande) difficili.
È un riassunto, ma quante volte avete sentito nominare uno chef donna? Io poche (e a quanto pare le donne alla guida di un ristorante sono poche per davvero). A casa cucina, però, sempre la mamma, no?
Mia figlia ha 6 anni e quando ne aveva 3 vedendo questa immagine qui su un mio vecchio libro di favole ha deciso che a portare i piatti a tavola fosse la mamma: lì mi sono interrogata sugli stereotipi maschio/femmina. Non potevamo averglieli passati noi a casa: qui tutti fanno tutto.
Cristina Bowerman al TEDx aveva parlato di pressione sociale. Ma ascoltatela:
Ieri sono successe due cose che mi hanno fatto ripensare a quello speech:
1. in tutto il mondo si è parlato della scelta di mostrare un bambino che gioca con la Barbie in uno spot.
2. su SaldiPrivati è comparsa una vendita di giochi da femmine accompagnata dalla testimonianza di un mamma che vede la sua bambina col grembiule da chef come una piccola donnina di casa e non come uno chef. Appunto.
@24donne@domitilla Ciao, mamma Roberta, come tutte le altre mamme del sito, sono le nostre colleghe nella realtà (1) — SaldiPrivati (@saldiprivati) 18 Novembre 2015
No, la colpa non è del sito che propone così i giochi. La colpa non è neppure del produttore: la colpa è nostra. Nostra che compriamo le cose da femmine alle femmine e le cose da maschi ai maschi e non che la cosa sia un problema, come diceva al TEDx Cristina Bowerman i bambini vogliono essere uguali agli altri. Io, per esempio, sono cresciuta desiderando il dolce forno.
A influenzarci non sono i giocattoli, ma il contesto in cui viviamo, di cosa si parla, cosa vediamo fare agli altri. La monaca di Monza aveva sì una bambola suora, ma stava pure in convento!
E a dirlo non sono io. Lo dicono i dati. I sondaggi, le inchieste, le statistiche. Di ricerche sul tema ne ho lette due nel giro di pochi giorni. La prima mi è arrivata partecipando all’esperimento Promessa Mantenuta (di cui parlo qui) ed è un’analisi di bisogni e necessità delle mamme italiane (potete sfogliare la ricerca per intero qua) che sono stanche perché non delegano e tante sono le responsabilità che si assumono che spesso scelgono di restare a casa, fare le mamme a tempo pieno, lasciare il lavoro. La seconda ricerca è quella di Donna Moderna (leggi alla voce: quali sono i limiti delle donne sul lavoro) che viene presentata oggi con il primo #DonnaModernaTalk. Il riassunto che ne ha fatto La Stampa qualche giorno fa è stato:
E qui è dove cito, di nuovo, un vecchio post: in cosa sono diversi mamma e papà?
Spoiler: in nulla. Ma solo se le donne capiranno di poter far tutto. Anche delegare.
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