Ci tengo a dirvelo: la pubblicità di Ikea mi è piaciuta davvero.
E mi piace Ikea, sia chiaro.
Sono una ambasciatrice di marca. Si dice così, vero?
La prima volta che ho visto passare lo spot su Sky son tornata indietro per vederla di nuovo. Sì ho mySky e sì guardo SkyTg24 ogni mattina a colazione.
Ognuno di noi usa tanti prodotti di marche diverse. Tante ci piacciono. Allora, perché non parlarne?
Perché non dire sempre quel che ci piace davvero e quello che stiamo testando o postando per un qualche altro motivo (fosse anche solo perché chi fa le pr di una cosa di cui parliamo ci sta simpatico o perché abbiamo deciso di uscire a con gli amici che si vedevano all’aperitivo organizzato da qualche agenzia per conto di una qualche azienda con un prodotto da promuovere)?
Troppo?
Troppo chiaro? Non si può fare, dite? E perché no?
Almeno voi, iPhone dotati, che fingete di essere entusiasti di un nuovo smartphone completamente privo di app utili ci fareste più bella figura a dire che ne parlate perché vi ci stanno facendo giocare (temporaneamente o no).
La settimana scorsa mi hanno scritto per propormi 100 euro per scrivere un post qui, sì, su questo blog, al posto mio. Lo avebbero scritto loro per intero. Sì, non mi hanno proposto dei soldi per scriverlo, ma mi hanno proposto 100 euro per appiccicarlo qua. Ho detto di no. Ho proposto a chi mi stava scrivendo che – visto che ho un progetto di fundraising a favore dell’Unhcr in corso – una cosa del genere l’avrei fatta sì, ma a modo mio e per molto di più. Per una buona causa.
Mi hanno risposto dandomi il link di chi lo aveva fatto per molto meno. Scrivendomi proprio così: ecco il link di chi lo ha fatto per molto meno.
Uno sputtanamento poco elegante, ma l’elenco è presto fatto: chi altri ha ospitato a pagamento post per l’indicizzazione di Italia Poker?
Questo per dire che uno spot può anche essere davvero bello, come per me quello di Ikea, ma se una voce sexy non basta a farmi twittare della nuova Peugeot allora capisco perché abbiano offerto dei soldi a qualcuno per farglielo fare.
Serve a qualcuno?
Non so.
Quindi inizio il mio elenco. Voi fate il vostro.
Mi sono innamorata della shaping collection di Yamamay, ma poi ho comprato una cosa simile anche da H&M.
Spesso vado da Ovs, non vedo l’ora che in Italia arrivino Primark o Forever21 e nel frattempo faccio compere online, ma non così tante come credete
Faccio la spesa online, quella sì, sempre cliccando il pomodoro di Esselunga, ma frutta e verdura le compro su Bioexpress e per il seitan e altre cose vegetariane vado da Natura Sì.
Queste aziende mi piacciono tutte e l’elenco è più lungo di così.
Ah, nella borsa di Furla che ho comprato perché ce l’aveva Marianna Lentini, che l’aveva comprata e ne aveva scritto sul suo blog (a prova del fatto che le recensioni e raccomandazioni spontanee funzionano e non serve pagare Chiara Ferragni per vendermi una borsa, anzi) ho un caricabatterie per cellulare di Duracell che mi hanno regalato durante un’operazione di digital pr (a prova del fatto che se i prodotti sono buoni le pr funzionano, infatti io di quest’oggetto ne parlo spesso e volentieri a tutti).
E poi questo post l’ho scritto mentre il 73 mi portava a Linate, ieri mattina, sul BlackBerry.
Sono un’ottima ambasciatrice a costo zero, ditelo anche a quelli del marketing di Rim.
Volevo dirvelo.
Sono in vendita?
Sì, ma solo per una buona causa.
E visto che mi vedete (e spero mi vedrete ancora) scrivere e parlare di prodotti o produttori sappiate che se lo faccio è perché le aziende o agenzie a cui ho raccontato il progetto stanno facendo questa cosa con me.
Ma non mi vedrete mai scrivere a pagamento di cose di cui mai scriverei.
La differenza è che a fine post vi dico quanto quel post ha contribuito a raccogliere.
Finora ho raccolto 1300 euro.
E, per esser chiari, viene donato il 100% di quello che mi propongono, io regalo tutto, anche il mio tempo libero.