* IL MIO (LAVORO NEL) 2011 ::

Questo è stato l’anno degli speech, ovunque, su qualunque argomento.
Da brava guru dell’ovvio mi preparo sempre, ma solo per dire meglio quello che penso sulle cose della vita, dell’Internet e tutto il resto.

Sono stata al Forum della Comunicazione Digitale a parlare di fatti miei e geolocalizzazione; al Digital Experience Festival a parlare di moda e Web; al Knowcamp in una tavola rotonda impegnativa presieduta da Alessio Jacona, con Marco Zamperini, Gianluca Diegoli, Alessandra Farabegoli, Stefano Epifani, Enrico Pagliarini; al Festival Internazionale di Giornalismo:

Alla Ca’ Foscari Digital Week:

Ho parlato al Fashion Camp, di nuovo di moda (e quanto poco ne so).
E poi in Bocconi, al Romagna Camp, alla Settimana della Comunicazione, di nuovo al Knowcamp:

E per chiudere in bellezza: al Polimoda di Firenze con Irene Colzi.

Ho studiato, raccontato, giocato.
Il mio 2012 sarà diverso, non so ancora come, ma so che la mia job title (presto) cambierà.

Seguirà, quindi, un post sul mio lavoro nel 2012.

 

Edit: magari non me ne sono bullata abbastanza, ma sono molto felice di essere stata citata in un paio, no anzi, tre simil-classifiche, tra i 50 Twitter da seguire secondo Wired, nella classifica italiana dei 100 Twitter di marketing e dintorni basata su Klout e citata in una ricerca tra i blogger che usano bene il proprio personal branding.
Grazie.

 

* IO VIAGGIO IN SECONDA CLASSE ::

Oggi sono in vacanza e mi dispiace per il social media manager di Trenitalia, quello che ha spammato in tutte le stazioni d’Italia che se fai il biglietto passando dalla promozione pubblicata su Foursquare risparmi (e un bel po’).

offerta speciale TrenitaliaPeccato che, arrivati in stazione, noi che usiamo Foursquare magari il biglietto lo abbiamo già fatto online. O abbiamo provato a.
Oggi, dicevo, sono in vacanza e ho tempo da perdere.
Quindi, vado con ordine:

  1. viaggio solo in 2a classe: risparmio, il viaggio è lungo/brutto allo stesso modo
  2. viaggio in treno perché, come tutti, sono costretta a farlo, non perché sia più economico
  3. viaggio in treno a volte anche con mia figlia: ha due anni (lo sapete che i bambini non pagano ma viaggiano – scomodi – addosso ai genitori? lo sapete che se voglio scaldarle il latte devo andare al bar?)
  4. viaggio con Trenitalia, con Trenord e non vedo l’ora di viaggiare con Italo
  5. non ho la patente
  6. quando a casa abbiamo deciso di comprare un’auto ne abbiamo presa una a metano: in due in treno a/r RM-MI (promozioni escluse) avremmo speso 364 euro, in auto circa 70 euro di metano più autostrada (72euro facendo l’A1, 64 euro girando da Genova) per un totale di 134-142 euro
  7. consumo CO2 trenoci tengo all’ambiente: viaggiando in auto inquino anche meno (in un viaggio MI-NA, in due, produciamo 20 chili di CO2 a testa, contro i 31 del treno: la Zafira emette 5,2 kg di CO2 ogni 100 km)
  8. io alle pubblicità ci presto attenzione, mi iscrivo volentieri alle newsletter, sono una che vi sta a sentire, ma voi state a sentire me?
  9. ho letto il post di Alessandro Gilioli sulla scelta di marketing di Trenitalia (di usare la foto di una famiglia di stranieri in 2a classe)
  10. sono senza parole.

Per chi se lo fosse perso, ecco un ottimo riassunto dello stato delle cose (raccomando la lettura delle slide da 23 a 35 o di altri commenti sparsi per la Rete):

 

* LA POLICY IN VIAGGIO ::

Non sono una persona socievole, no. In viaggio faccio lunghe chiacchierate col mondo: leggo su Twitter cosa fanno, cosa leggono, cosa condividono le persone che conosco e quelle che non conosco.

Sono in viaggio da ieri per mercatini di Natale, ospite di e in Alto Adige.

Stavo pensando al post di Luca Conti in cui racconta la sua policy sui post… sponsorizzati.

Devo dire che, dopo tanti anni di viaggi stampa e eventi vari, essere invitata come blogger ad andare di qua o di là non mi stupisce né crea problemi.

E a proposito di policy, in viaggio ho portato anche due sponsor tecnici: Duracell Travel Charger (così posso continuare a leggere Twitter e socializzare col mondo più che con i miei compagni di viaggio) e Play Sport Zx5 di Kodak (per documentare la gita ai mercatini).

Vale come disclaimer post?

* A COSA LAVORANO GLI ALTRI? ::

V’è mai capitato di raccontare a qualcuno di essere nati o avere una nonna in una città qualsiasi, piccola, ma non troppo? Ecco, per esempio: Taranto.
Non è Roma, certo, ma c’è sempre qualcuno che chiede: «Lo conosci Luca?» o un altro nome altrettanto comune.

Ma com’è possibile che io non conosca Luca?!

Succede lo stesso nelle grandi aziende: tante persone, più di mille che si occupano di cose a volte anche poco differenti tra loro. Le cose, ma anche le persone e i ruoli…

Succede, quindi, che mi capiti di imbattermi in cose, iniziative, eventi di cui io non sappia nulla, pur lavorando a una scrivania di distanza del collega che ha curato, organizzato, pensato quella cosa, iniziativa, evento che sia.

L’effetto sorpresa non manca mai, come quando alla presentazione di un nuovo blemish balsam (che è la spiegazione della sigla BB cream che voi sapevate sicuramente) hanno lanciato una ricchissima campagna che sarà ospitata su Donna Moderna e, al party Rossomania di Kellogg’s ho incontrato una collega, lì per il lancio di un concorso lanciato in collaborazione con Tu Style. No, non lo sapevo, ma sia io che lei, nella lunga foto scattata da Organirama siamo venute benissimo.

Ah, sì, per chi non lo sapesse, Donna Moderna e Tu Style sono riviste pubblicate da Mondadori. E io, sì, lavoro qui.

* GRAZIE PER IL REGALO ::

Manuale di buonsenso in rete, Alessandra FarabegoliQuando ho letto che Alessandra Farabegoli avrebbe messo online un e-book gratuito di buonsenso in Rete ho pensato di allegarlo a tutti i miei auguri di Natale.

Adesso copio Gaspar Torriero e la ringrazio pubblicamente.

Grazie, perché ce n’è bisogno.

Non dite di no e non pensate di essere tra quelli che sanno cos’è Internet e se non lo sanno usare lo imparano in fretta.
Ho le prove.

Lunedì mi è capitato di stupirmi di quanto poco la gente sappia quello che si perde a non essere online (o a esserci male): il pubblico di 40 studenti del Polimoda, 20-25enni, solo un blogger, tre avevano Twitter.

Ragazzi di un master in comunicazione, con l’aspirazione di lavorare in un ufficio relazioni pubbliche di una casa di moda o per un’agenzia… sì, non sapevano cosa fosse Twitter.

Allora ho fatto loro l’esempio di Stefano Gabbana.

Sei in ufficio, scrivi un bellissimo comunicato stampa su un Word. Una bella pagina piena di riferimenti culturali, piena di storia della moda, piena di poesia e citazioni in cui presenti una bellissima nuova collezione di Dolce & Gabbana. Prendi il comunicato e lo alleghi a una mail plurindirizzata e aspetti immaginando stralci del tuo testo ripresi dalle più ricche riviste di moda.

Nel frattempo Stefano Gabbana che usa Twitter (e tu no) parla di tasse e inizia a litigare con qualcuno dei suoi quasi 180mila follower.

In un attimo la notizia viene ripresa da blog e siti sparsi e il giorno dopo te la trovi anche in rassegna stampa. Prima di tutti i trafiletti e delle didascalie in cui si parla di un pezzo della collezione.

Sicuri che non ce ne sia bisogno di questo Manuale di buonsenso in rete?

Grazie Alessandra. Lo metto tra i libri di testo per la prossima lezione a degli studenti (ma lo manderò anche a tutti i colleghi, stanne certa).

 

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