* PRIMA O POI VI SCOPRIRANNO ::

Quante volte avete cercato un albergo o un ristorante e, prima ancora del sito, avete trovato i commenti su Trip Advisor?

A me è capitato.  È capitato a pranzo fuori, a Gaeta.
Da Masaniello, storico e famosissimo ristorante dove volevamo pranzare, alle 12.30 (con bambina) ci hanno chiesto di aspettare… fuori.

masked Loro non erano pronti, ma i tavoli sì. Non m’è piaciuto come benvenuto e siamo andati via. Passeggiando abbiamo trovato il Narì.

Ma, non sarà troppo turistico?
Gugolo. Qualche recensione brutta, qualcuna bella, altre bruttissime.

Noi, per la cronaca, ci siamo trovati bene e abbiamo mangiato benissimo.

E se le recensioni brutte e approssimative che avevo letto le avesse lasciate il ristorante di fronte? M’era venuto il dubbio.
A volte succede.
E, come succede che gli stessi gestori si autoincensino lasciando commenti fin troppo positivi, così vanno in giro a lasciarne di negativi agli altri.

Facile, con un po’ di attenzione, capirlo.

E allora perché non lo capiscono community manager e agenzie che continuano a vendere commenti falsi chiamandoli seeding?

 

A proposito di fake, oggi fa notizia:

 

[la foto è di Andi]

* ECONOMIA DELLA CONOSCENZA ::

Tutti sono contattabili. C’è l’elenco telefonico, ci sono gli albi e le guide, i cataloghi e così via. Ci sono anche gli indirizzi e-mail su questi elenchi. E poi ci sono i social network, i gruppi e le stanzette.

Tutti sono contattabili da tutti. Allora perché tenere segreti contatti e conoscenze?

Quanto tempo impieghi per cercare il giusto interlocutore in un’azienda?
Troppo, tra elenchi, cataloghi, ricerche online.

A cosa serve essere tutti in Rete?

Ci scambiamo continuamente informazioni, in cambio di nulla.
Se condivido su Twitter o metto un like a un post che parla di cose che mi interessano per lavoro quante persone del mio network lo leggeranno? A quante avrò risparmiato la fatica di cercare una notizia?

Ogni giorno il network di cui faccio parte mi regala tante, tantissime informazioni, molte utili. Tutte gratis.  

Condividere la conoscenza. Creare un flusso di informazioni utili, per canale, per stanzette, in liste, in gruppi e così via.
Condividere le conoscenze. Aiutare la gente a entrare in contatto, creare relazioni.

Ecco, io questo lo faccio tutti i giorni. Gratis.

 

* A IN 5 MINUTI ::

Continuo a dedicare poco, pochissimo tempo alla lettura dei giornali.
Di solito ne ho uno in borsa che apro durante il viaggio in treno e che sfoglio solo quando non riesco a navigare.

Su A di questa settimana ho letto:

  • l’intervista a Matteo Renzi
  • l’editoriale di Maria Latella che si chiede perché non hanno investito nei lavori di messa in sicurezza del Bisagno, il fiume esondato di Genova:

Mancano i soldi. Però per finanziare due bei palazzi nel quartiere Japigia di Bari (ristorante, nursery, caffetteria…), la nuova sede del consiglio regionale della Puglia, 87 milioni di euro si sono trovati. E una manciata di euro il ministero della Difesa l’ha rastrellata per acquistare le indispensabili Maserati

  • un articolo di Camilla Dacrema, sì, la modella; ha una rubrica dal titolo: La filosofia spiegata alle olgettine e in questo numero parla di quote rosa:

In Italia, nelle 272 società quotate in borsa, le donne nei consigli di amministrazione sono solo il 6,9%, mentre nelle 2076 società controllate dallo Stato e dagli enti locali scendono al 4,3%  (dati Fondazione Marisa Bellisario)

Sì, su A c’è anche gossip, moda e così via, come sulle altre riviste femminili che mi prometto di sfogliare un viaggio sì e uno no. In questo, la cover story è su Kate Middleton.

Per saperne di più:

* FINO A CHE ETÀ POSSIAMO ESSERE CHIAMATI GIOVANI? ::

Ho letto l’intervista a Matteo Renzi e Antonio Campo Dall’Orto (che è invecchiato e male) su A.
Parlano di giovani.
Tutti ne parlano: bisogna svecchiare tutto.

Davvero?
E di quanto serve svecchiare?

No, perché anche io che fino a 3 anni fa ero considerata una giovane (ai tempi) cronista, mentre oggi mi avvicino velocemente ai 40 anni.

E a 40 anni sei ancora giovane per svecchiare oppure no?

Non sono dell’idea che dobbiamo svecchiare tutto e così tanto.

Vedo tanti giovani ricoprire ruoli per cui non sono pronti, non sono stati formati, non hanno studiato a cui manca (tra le altre cose) l’umiltà di capire che per farcela dovrebbero almeno star a sentire chi ne sa di più, di qualsiasi età.

Perché tra loro ci sono anche giovani che sanno e sanno fare a cui se manca l’esperienza compensano con l’onestà. Perché se non hai esperienza non devi compensare con trucchi, sotterfugi e cose da vecchio sistema.

 

* WHY I BLOG ::

Perché ho un blog?
Perché ho ancora un blog, nonostante una presenza online ormai (fin troppo) diffusa?
Perché il blog è per me un raccoglitore, mentre Twitter – per dirne uno – mi dà la possibilità di comunicare (e commentare) in modo veloce una notizia, uno stato d’animo, ma anche fare giochi che, magari spesso, capisco solo io.

Ho un blog perché qui ho lo spazio per illudermi di essere in grado di argomentare più o meno qualsiasi cosa mi interessi. Tempo permettendo.
È come tenere un diario, di cose personali e non.

Un posto dove appuntare grandi, piccole idee e tante ovvietà.

Se non fosse così non avrei 35 post in bozze.

 
Per saperne di più: 

  • questo post è il mio contributo pensato per l’e-book  Why I Blog, da un’idea di Andrea Contino a cui mi fa tanto piacere collaborare
    E voi, perché avete un blog?  

 

 

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