* IL RITORNO DELLA CARTA STAMPATA ::

Lo ha fatto alfemminile al MomCamp, DonnaModerna.com con Epson durante la Milano Fashion Week, poi Intima Roberts e, durante la BlogFest, ci sarà Kodak a farlo.

Quello che una volta era taggare la tua faccia su Facebook non basta più e le agenzie di pr si adeguano organizzando eventi in cui il regalo è stamparti una foto.

Una cosa che costa poco, ma che ha decisamente (ri)acquistato valore.

È una bella idea.
Sono due anni, forse di più, che non ne stampo una. Ho foto su Facebook caricate da me e dagli altri, foto di me scattate da chiunque su yfrog, TwitPic, Flickr e via dicendo.

Quante di queste andranno – forse presto – perse per sempre?

* COME NASCE UNA COMMUNITY ::

Che differenza c’è tra la community di un marchio di food e quella nata intorno a un operatore telefonico?
La gente è sempre la stessa, due braccia, due mani, due gambe, due piedi, due orecchie e un solo cervello che cerchi informazioni sulle tariffe o una ricetta per condire la pasta.

Le community spontanee fanno eccezione.

Quelle sì, quelle che non nascono per volontà di un brand, di una casa editrice, ma neppure come progetto di una start up: le community che nascono e crescono grazie al lavoro volontario sono un caso a parte.
La differenza è che nessuno ci guadagna nulla. Tranne la soddisfazione.

Come si fa? Lo sanno quelli di Mozilla Italia, per esempio.
Per saperne di più, ho scambiato quattro chiacchiere con Giovanni Francesco Solone, Gioxx,  consigliere dell’Associazione Italiana Supporto e Traduzione Mozilla, ovvero mozillaitalia.it.

Mozilla Italia, foto di William Quiviger

Come e quando nasce Mozilla Italia?

Ufficialmente Mozilla Italia, in realtà AISTM – Associazione Italiana Supporto e Traduzione Mozilla – viene fondata nel 2005 grazie alla volontà dei soci storici che hanno investito forze e risorse in un progetto che, a distanza di così tanti anni dalla nascita ufficiosa, ci ha dato grandi soddisfazioni personali e di gruppo.
E, a proposito di ufficioso, Mozilla Italia nasce e si fa vedere per la prima volta su Xoom (ricordi l’hosting gratuito di Telecom Italia?) nel 1999, grazie all’impegno di Andrea Salmaso e Giacomo Magnini, neofiti della localizzazione dei prodotti Mozilla in Italia.

Quanti siete?

Undici tra consiglio direttivo e soci effettivi, poco meno di venti tra moderatori e amministratori del forum di supporto, ben più di cento contando i soci sostenitori, quasi trentatremila utenti nel forum, milioni se si prova a dare una occhiata alle statistiche di chi passa dal nostro sito web per scaricare i prodotti localizzati o per tenere d’occhio le novità e la documentazione pubblica, senza considerare coloro che utilizzano SUMO, la Knowledge Base ufficiale di Mozilla, curata sempre da noi per la parte italiana. Fa uno strano effetto giocare con questi numeri, non lo nascondo.

Quante volte l’anno vi incontrate?

Se vogliamo escludere la quotidianità fatta dall’incontro online nelle nostre aree di supporto comuni, riusciamo ad organizzare uno, massimo due eventi nell’arco dell’anno per incontrarci tutti fisicamente in un punto dell’Italia (quasi sempre lo stesso a dirla tutta), o almeno ci proviamo! È dura mettere d’accordo esigenze e disponibilità dell’intero staff, soprattutto perché arriviamo da ogni parte d’Italia: dalla Puglia alla Lombardia, passando dal Lazio, dalla Toscana e l’Emilia Romagna (e non solo).

Pensi sia importante conoscersi di persona? Cosa cambia?

Non c’è niente di meglio che conoscersi di persona. Si parte dalla tastiera, dal mouse e dal monitor, si finisce in Toscana a mangiare affettati e bere buon vino.
Internet fa davvero tanto per noi, impossibile pensare di non incontrarsi almeno una volta nella vita, soprattutto stando insieme per così tanto tempo al giorno.

Che rapporti avete con le community internazionali? 
Cerchiamo di mantenere sempre un buon rapporto con tutte le comunità che svolgono il nostro stesso lavoro, lo stesso vale per il quartier generale in America e la sede distaccata in Francia, culla di Mozilla Europe. Cerchiamo di venirci incontro, pianificare eventi, presenze, consegne e supporto. Si fa quel che si può, senza mai dimenticare che siamo tutti volontari.
Che vantaggi si hanno? Ovvero: perché lo fai? 
Crescita e soddisfazione personale, sentirsi parte di una famiglia nella quale io sono entrato a far parte 7 anni fa. Siamo un gruppo affiatato di persone che ha deciso di credere in un progetto che – contrariamente a ieri – oggi sa farsi riconoscere da una semplice icona, quel panda rosso (e non una volpe!) che svetta fiero su tanti Desktop di altrettanti utenti che ci hanno scelto. Ho già un lavoro a tempo pieno, quello che mi dà lo stipendio e mi permette di andare avanti mentre decido di staccare una fetta di giornata alla mia quotidianità donandola a Mozilla e alla comunità italiana.
E gli altri? Ovvero: cosa posso fare io per Mozilla Italia? 

È sbagliato considerarci nerd, siamo talmente variopinti che faremmo invidia ad un quadro di Monet. Il nostro staff è composto da persone estremamente differenti tra di loro, con età e mestieri davvero all’opposto tra loro, uniti da una sola passione. Non è difficile trovare l’amministratore di sistemi (come il sottoscritto o come il nostro attuale Presidente, Francesco Lodolo), l’architetto, il chimico (Iacopo, nostro attuale vice-presidente) o il portiere d’albergo! Chiunque può entrare a far parte di Mozilla Italia, tutti possono contribuire. Abbiamo appositamente realizzato una pagina del sito dove spieghiamo cosa ci serve, chi cerchiamo, cosa può fare per noi. Vi aspettiamo!

* UNFOLLOW DAY ::

Quando decido di seguire qualcuno su Twitter gli permetto di entrare nella mia vita (oltre che di raccontarmi la sua). Messaggi che si susseguono velocemente, gente che mi parla e alla quale spesso rispondo.

Più passa il tempo, però, più divento intransigente.

Quindi, ecco le (mie) regole dell’unfollow day (voi fatevi le vostre):

  • non seguo più chi scrive perchè al posto di perché
  • non voglio più leggere parole accentate male
  • non mi piacciono le news senza fonte
  • odio le frasi con più #hashtag che parole
  • non c’è motivo di seguire gente che fa solo check-in
Corollario:
  • sono previste delle eccezioni, ma i casi sono rari
  • la lista è suscettibile di modifiche e integrazioni.

* UNA FOTO È PER SEMPRE ::

Ho avuto una sorta di dissonanza cognitiva: un barcamp in spiaggia è stata davvero un’esperienza surreale.

Parlare, poi, davanti a una platea così numerosa nonostante la tentazione del mare è stato davvero bello, ma mette un’ansia da prestazione senza precedenti.

Per fugare ogni dubbio sulla serietà del mio intervento al RomagnaCamp, vi faccio il riassunto.

Domitilla Ferrari, foto di Donatello Trisolino

Nel 2004, GQ mi chiede di intervistare le promettenti star del cinema italiano. Promettenti significa sconosciute. Allora, per cavarmela, cerco su Google, stampo i santini di ognuno e vago per questa festa dov’erano tutti, tentando il riconoscimento.

Con questa cosa di Internet mi sento come se fossi Monica Bellucci.

Essere come Monica Bellucci: riconoscibili.

Monica Bellucci per dire, insomma, che se hai la faccia che hai e fai quello che sai, interagire con te non sarà un problema. Lavorare con chi racconta di sapere cose che non sa non è mai facile. E poi… mica bisogna sapere far tutto? Basta ammetterlo (almeno ogni tanto).

La mia fotoprofilo ha compiuto 2 anni: è ora di cambiarla.

Che faccia avrò domani? Sicuramente una faccia in cui mi riconosco e in cui mi riconoscerete.
Ma secondo voi posso togliere gli occhiali e passare alle lenti a contatto?
Lo scopo della mia ignite, non ve lo nascondo, era tutto qua.

 

Per saperne di più su quanto è stato bello il RomagnaCamp: 

Per saperne di più sulla teoria dell’ubiquità online: 

 

* GOOGLE RICORDA TUTTO ::

Mi chiama mio fratello. «Devo raccontarti una storia», dice.

«Bene, che storia?»

«Oggi ho portato fuori a pranzo la famiglia. Per scegliere il posto in cui andare ho cercato su Google».

«E cos’hai trovato?»

«Un ristorante con un sito. Anche un bel sito», sì se n’è stupito pure lui.

«Ho letto le recensioni»

«Bravo, così si fa»

«Ce n’erano una settantina. Ma no, sai qual è la cosa strana?»

«Quale?»

«Che conosco una di quelle che ha lasciato un commento»

«E chi è?»

«Sara Maternini».
Ma che l’ho chiesto a fare?

Per la cronaca mio fratello vive a Bologna, il ristorante è Nonna Rosa e a Sara era successo di non trovare il posto particolarmente kids friendly. Sono andata a leggere i commenti e sull’accaduto si era mobilitata tanta gente che conosco.
Sempre per la cronaca, pare che, essendo vuoto, a mio fratello non abbiano fatto storie per la presenza di Lucrezia che di anni ne ha due.

 

 

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