* DOVE ANDARE IN VACANZA? ALL’ESTERO ::

L’estate si avvicina, le tariffe si alzano, le strutture alberghiere investono in pubblicità.

Ma perché una stessa catena di alberghi, una catena internazionale, decide di differenziare così tanto il proprio messaggio pubblicitario?

A Firenze avevo visto questa:

pubblicità Hilton a Firenze

A Londra quest’altra:

pubblicità Hilton a Londra

Stesso letto, target diversi?

 


* QUANDO IL MANAGER È FELICE ::

Mesi fa ho deciso di organizzare un giro per posti di lavoro interessanti, innovativi, creativi, ma soprattutto motivanti. No, non ho ancora iniziato la gita e ho bisogno di pianificare delle ferie per rispondere a tutti gli inviti che ho ricevuto.

Nel frattempo, anche posti grandi come Microsoft hanno fatto grandi passi per migliorare l’organizzazione del lavoro con l’inaugurazione dell’Innovation Campus, la nuova sede di Peschiera Borromeo di 150 mila metri quadrati con spazi aperti dedicati alla corsa e persino una scuola materna, tutto questo perché secondo Microsoft:

La rivoluzione della cultura del lavoro dovrà basarsi sulla responsabilità dei singoli, sull’autodisciplina e sulla conciliazione di vita lavorativa e privato.

Il lavoro dovrebbe sempre essere fonte di motivazione. Magari l’ho anche già scritto, ma passiamo al lavoro la maggior parte della nostra giornata. Fare un lavoro che ci rende infelici non è una bella idea. E spesso la colpa non è del lavoro in sé (nessuno di noi lavora in miniera), ma di come è organizzato.

Qual è la prima regola che i manager dovrebbero seguire per favorire la serenità dei propri dipendenti?

L’ho chiesto a Christian Boiron, 63enne presidente del Gruppo Boiron e di Boiron Italia, tra i più grandi laboratori di prodotti omeopatici aperto in Italia nel 1979.

Christian Boiron

La prima regola per una gestione felice dell’azienda è la condivisione del progetto. Le aziende hanno bisogno di profitti, ma gli uomini che vi lavorano hanno bisogno di lavorare bene per aiutare l’azienda a produrli.

E da dove si inizia?

In primo luogo, i rapporti si basano sul rispetto reciproco. Molto dipende dalla capacità di relazionarsi con gli altri: la relazione inizia con l’ascolto, perciò è importante lavorare sul proprio atteggiamento per avere la capacità di sentire e ascoltare gli altri.

La disposizione dello spazio, all’interno dell’ufficio ha qualche peso?

Da noi gli uffici hanno i muri trasparenti e le porte degli uffici rimangono aperte. Anche questo facilita la comunicazione ed è indice di disponibilità da parte di tutti. La vivibilità degli spazi ambientali è fondamentale per l’equilibrio dei lavoratori e per impostare serene relazioni tra colleghi, e ha influssi positivi anche sulla produttività aziendale.

Il gruppo Boiron è quotato in borsa dal 1987 e il capitale è ripartito principalmente tra la famiglia Boiron, il gruppo Pierre Fabre, altri azionisti e… i dipendenti dell’azienda[*].

* Christian Boiron ha incontrato i blogger durante un evento nella sede italiana a Segrate in cui si è parlato di omeopatia, di come funziona e della sua utilità sia negli adulti che nei bambini, queste sono le domande che – non avendo potuto partecipare – gli ho fatto avere.

 

* QUELLO CHE SO DI MODA… LO SA ANCHE GOOGLE ::

Di moda ne so davvero poco. E perché dovrebbe essere un problema? Ne so poco come ne sanno poco tutte le donne (e gli uomini) che cercano informazioni in Rete per sapere come vestirsi bene (520.000 risultati), come vestirsi a un matrimonio (228.000 risultati), come vestirsi in ufficio (144.000 risultati) o come vestirsi per una qualsiasi altra occasione speciale.

Google di moda sa tutto.

Ma a Google le informazioni chi le dà?

Noi. Tutti, che di moda ne sappiamo oppure no, importa poco. Ognuno dice la sua. Ognuno sceglierà chi e cosa leggere e di conseguenza cosa comprare e come vestirsi al matrimonio, per andare in ufficio, al primo appuntamento.

Quando andavo alle medie una mia compagna di classe mi scrisse una lista dei colori che si potevano abbinare e una di quelli che no, non si doveva. Evidentemente doveva aver notato qualcosa che non le era piaciuto nel mio look.

 

Oggi sono stata al Fashion Camp a dire queste cose qua in una tavola rotonda in cui, come sempre, ognuno vende la merce che ha.

* MAI PRENDERE APPUNTAMENTI IN ANTICIPO ::

Sono chiusa in casa da domenica, anzi no, lunedì mattina sono andata in ufficio, poi in infermeria: febbre a 38 e sono tornata a casa.

Ho la tonsillite, un pessimo aspetto e una scatola di antinfiammatori.

Domani, non so come, mi metto in ordine e vado al convegno di apertura del Fashion Camp a parlare di moda (e di quanto poco ne so).

Ci vediamo là?

Digital Influence, from couture to conversation

 

* SOCIAL MEDIA ME ::

Cosa faccio online? Cosa fanno i miei amici? Chi interagisce con me, quanto e come? Più che social media monitoring è proprio social media me.

Ecco un po’ di applicazioni (divertenti e inutili) che mi mostrano chi sono… online.

  • Personas è una parte della mostra Metrophat(ologies) del MIT Museum e crea un ritratto dell’identità online. In breve, mostra graficamente come Internet vede te (o te e i tuoi omonimi, ahimè).

Come vede me? Poco colorata (magari a voi leggerà molte altre sfaccettature), ma a me piace mostri il pareggio tra famiglia e lavoro.

Personas: How does the Internet see you?

  • My Social Memories mostra, invece, la tua vita su Facebook, il numero e il tipo di interazioni, in forma di libro illustrato che puoi anche farti stampare.

Che storia di me racconta questo libro? Anche qui famiglia e… lavoro.

my social memories: most popular statusmy social memories: most popular picture

  • The Museum of Me è l’applicazione sviluppata da Intel che ha fatto arrabbiare qualcuno per le tante (troppe) autorizzazioni all’accesso delle informazioni di Facebook, ma che secondo me val la pena dare (tanto che male fa?) per vedere la propria vita… esposta.

the museum of me, intel

Proprio tutta.

the museum of me, intel

  • Sebi e Paul sono, invece, i protagonisti di un video che interagisce con i tuoi dati di Facebook e che ti permette di partecipare al concorso dell’ente del Turismo Svizzero. Il premio? Una settimana offline.

Certo, così impazzisco!

sebi e paul, turismo svizzero

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