* CASUAL FRIDAY E ALTRI DRESS CODE DA UFFICIO ::

Il friday look (ma anche casual look o casual friday) lo avevo visto solo nelle serie tv: in Sex and the City, dove viene abolito presto viste le stravaganze messe in atto dagli avvocati dello studio di Miranda.

Io, lo dico ogni anno: torno figa in primavera. In inverno, muovendomi con i mezzi (e dovendoli spesso aspettare al freddo e al gelo) preferisco il giaccone Refrigiwear, garantito per resistere a – 20°. E con quella corazza sfido chiunque a farsi venir voglia di abbinare una mise elegante. Ma in tiro o no, non faccio mai differenza tra il lunedì e il venerdì.

Come vestirsi in ufficio?
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* INVITATA A NOZZE (REALI) ::

Perché mi piacciono le nozze reali? In verità mi piacciono tutti gli eventi di rilevanza mediatica. Fatevene una ragione.

RW2011

Per saperne di più:

#RW2011 e #royalwedding (sponsorizzato!)

il canale Youtube su cui seguire in streaming le nozze e uplodare i video auguri

 

* LAVORARE D’ANTICIPO: LA CRISI DEI 40 ::

Oggi ho 37 anni.
Me ne sento già 40, ma ne porto in giro la metà.

 

* CONSIGLI DI SOCIAL NETWORKING PER SIGNORINE ::

Quante persone conosco?
Con quante persone lavoro?
Con quante persone vengo a contatto ogni giorno per lavoro e non?

Tante, tantissime, ma quante ore dedico al social networking?

Conosco tanta gente, ma parlo sempre con i soliti quattro. È sicuramente più rilassante e, io che poi tanto socievole non sono, spessissimo preferisco parlare del più e del meno, distrarmi… senza dover sostenere nuove conversazioni.
E a pranzo? Non chiedetemelo. Eppure il social networking è fondamentale.

Lavoro in un palazzo che ospita oltre 1400 persone, mangio in una mensa con sei ristoranti, ho una larghissima e non fiscale ora di tempo. Ora mi ci metto d’impegno. Non dico che voglio conoscere tutti.
Quasi.

Bench Meal cc paulsahner

A Londra, ho incontrato una che si è presentata chiedendo:

How can we do business together?

Soprattutto in una grande azienda credo sia importantissimo sapere chi fa cosa, e molte volte anche come lo fa.

Quanti considerano il social networking una parte fondamentale del lavoro?

Non cambia se il lavoro che fai non si basa sulle relazioni, le relazioni sono importanti qualunque lavoro tu faccia.

La pausa pranzo è un’ottima occasione, ma bisogna anche essere disposti a fare quattro passi, partecipare a eventi o – perché no? – organizzarne, come fa Paolo Privitera che manda mail così:

the iPizza/iBrunch (the “i” as International Innovation) time has come! after the one I just organized in New York last week and 2 in Milan during the last month, this time is the time for London! (…) ps. feel free to invite some friends if you like.

Non ci sono scuse, mai dire non ho tempo:  l’ora di cena è l’orario migliore.

Alle 19 la tua produttività è zero, sei più produttivo come networker. Dillo al tuo capo. [cit. Gianluca Diegoli]

 

Per saperne di più:
Non mangiare mai da solo. Colleghi, amici, contatti: il segreto del successo, di Keith Ferrazzi e Tahl Raz (Sperling & Kupfer)

* CHI LEGGE LE NOTIZIE?

Ai giornalisti interessa chi vende le notizie?
Ai giornalisti interessa chi le compra.

Sono una giornalista che ha scelto di fare un altro mestiere. La carta stampata, i quotidiani, il quotidiano in cui lavoravo non mi davano i feedback di cui avevo bisogno.
Quanta gente comprava quel quotidiano per leggere quello che avevo scritto?
Quante persone, dopo averlo comprato per mille motivi diversi, leggevano quello che avevo scritto?

Il bello dei contenuti online sono i numeri che generano. Non solo le page views. A me i numeri non piacciono, però mi piace capirli.

Le page  views sono una buona unità di misura per chi scrive online?
No, se il tempo di permanenza su pagina è in media di 3 secondi. Forse, chi lo ha trovato ci è arrivato per sbaglio o perché chi lo ha scritto è bravo a fare i titoli, ha capito come rendere seo-like i contenuti.

Pochi lettori ma buoni si vedono dal tempo che passano a leggere, se un contenuto è interessante si vede da quanto tempo il lettore passa su quel contenuto e da quante pagine per visita fa ogni singolo lettore. Se dopo aver trovato qualcosa da leggere ne cerca ancora allora, con molta probabilità, vuol dire che  gli è piaciuto com’è scritta la prima cosa che aveva trovato.

Il lettore non è una pagina vista. Non è un utente unico. È un lettore che spende il suo tempo su dei contenuti.

Ma come ci arriva il lettore a un contenuto?

  • da Google, nella maggior parte dei casi, se si parla di contenuti online
  • o grazie al personal branding di chi scrive
     
    dal liveblogging di mafe
  • oppure… per colpa della tv, se parliamo della carta stampata venduta nelle edicole.

 

Questo è più o meno quello che ho detto (ho un’ottima memoria) al Journalism Lab Chi vende le notizie? ospitato dal Festival Internazionale del Giornalismo.
Ho deciso di pubblicare tutto subito e non lasciare post in bozze per mesi. Siate clementi.

Per saperne di più:

 

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