* TURISMO A MILANO: COS’HO IMPARATO OGGI ::

Perché la gente viene a Milano? Per amici e parenti è il motivo al primo posto secondo un dossier della Camera della Moda di Milano. Lo shopping è al quarto posto tra i motivi che portano i turisti in città.

Milano città della moda? Insomma.

Come viene percepita Milano?
Dirty, chaotic, grey, unfriendly, dangerous, slow. Descrizioni negative che rappresentano il 12% della mappa mentale degli studenti stranieri a Milano intervistati per una ricerca della Sda Bocconi. La cultura rappresenta il 3%.

Mi direte che a me Milano non piace e che ho sentito solo quello che volevo sentire. Forse.

Per saperne di più:

Milano città della moda in cifre

  • 12 fiere
  • 8 associazioni di categoria
  • 186 agenzie di pr
  • 10 fondazioni
  • 400 docenti specializzati
  • 21 istituti di moda
  • 6000 negozi
  • 860 showroom

Fonte: Nuova shopping experience a Milano, tra turismo e web 2.0

* RIVELAZIONI WIKILEAKS DAL PAESE REALE ::

Mi piace ascoltare la gente che parla senza chiedersi chi potrebbe sentire i fatti suoi o del posto in cui lavora. Deformazione professionale.

«L’8 aprile si vota a Milano. Quindi da un mese prima non si possono fare inaugurazioni»

«Certo, sarebbero strumentalizzate. Ma quindi posticipate l’apertura?»

«In verità sarebbe tutto pronto – compresa la stazione Comasina – per fine marzo. La Moratti, però, preferisce anticipare tutto a fine febbraio. Prima del blocco delle inaugurazioni».

«E ce la fate?»

«Lasciamo fuori la Comasina e inauguriamo un tratto il 27 febbraio, quel che c’è c’è».

Conversazione raccolta sul Passante, ieri mattina, poco prima di scendere a porta Vittoria.

cantieri a Milano

nella foto - scattata qualche mese fa - un cantiere a Milano, quello della Stazione Lambrate

Vuoi sentirne un’altra?

* MILANO: DOVE I BUONI PROPOSITI NON BASTANO (MAI) ::

Ero entusiasta (nonostante tutto): mai più biglietti di carta. Una tessera magnetica ricaricabile per tutte le occasioni: settimanale, carnet da 10 viaggi… tutto in un’unica tessera che non si butta, che non si rovina come quella di carta.

Una volta, non tanto tempo fa. Adesso non più.

A Milano, ci sono solo tre linee della metropolitana, poi c’è il Passante, per chi non conosce Milano: treni che attraversano la città facendo tante fermate utili offrendo così un servizio (aggiuntivo) urbano.

Dalla settimana scorsa la mia tessera ricaricabile non va più bene. Giù al passante mi hanno detto che non posso più usarla. Con quella di carta sì.

Non mi è molto chiaro.

* DITELO A QUELLI DEL MARKETING: I TESTIMONIAL ::

Passi Fabrizio Corona che, dopo esser stato fermato (con tanto di inseguimento) per aver tentato di spacciare soldi falsi, è stato scelto come testimonial di orologi, bijotterie e ammennicoli vari.

«Qual è il nostro target? A chi le vogliamo vendere ‘ste cianfrusaglie tamarre?»

Il direttore marketing non ci avrà messo troppo a scegliere chi contattare per quei due scatti che poi la carta stampata ci ha rifilato tra una notizia sulla coppia Belèn Corona e un’intervista al fotografo dei vip diventato vip a sua volta, che si è prima pentito, ma invece no, come in una soap opera dagli scontati colpi di scena.

pubblicità donne, foto cc twicepix

Ma Ruby, no.
Temo (o lo devo sperare?) che una ragazza andata via di casa ancora minorenne che per mantenersi abbia scelto di prostituirsi non sia un modello neppure per chi a modello prende il peggio della società.

Non riuscirete a convincermi. Io Ruby in tv non la voglio vedere più. E non è perché questa storia ha peggiorato l’immagine della donna in Italia, è perché se tutte le donne che la pensano come me muovono anche solo 140 caratteri sarà anche la vostra immagine a perderci.

Che nel mondo dell’ego soddisfatto dalle pubblicazioni a pagamento non ci sia limite al peggio non giustifica chi avrà l’idea di proporre (o usare) in futuro Ruby Rubacuori come testimonial.

Ma se è successo con Corona, perché non immaginare di poter cadere ancora più in basso?

Per… dire Basta!

*IO CREDO NEL FUTURO DEI GIORNALI (MA NON SU IPAD) ::

Quale futuro per l’editoria? Davvero abbiamo tra le mani le ultime copie de La Repubblica, Il Corriere della Sera… davvero è vicina la stampa dell’ultima copia del New York Times? Io credo nel futuro dei giornali (e delle notizie), un po’ meno alla teoria che a salvare l’editoria italiana saranno le versioni per iPad.

Penso che, ancora per un po’, un mercato che rappresenta lo 0,33% della popolazione italiana (60.221.211 abitanti nel 2009, per una stima di 200mila iPad venduti a fine 2010*) non riuscirà a compiere il miracolo.

Confido molto di più nell’integrazione tra carta e Rete. Piace a chi usa Internet, piace a chi compra la pubblicità, piace a chi legge il giornale di carta e lo cerca anche online. Immagino però che alle riunioni di redazione, presto e ovunque, parteciperanno un esperto di Seo e un community (o social media) manager. Magari, subito dopo, queste figure non saranno più necessarie perché chi crea i contenuti avrà imparato a far da sé.

leggendo giornali cc Adriana Molas

È un futuro prossimo, non tanto lontano.

Nel 1998 ho comprato l’iMac, l’anno successivo l’iBook. L’iMac aveva 64 Mb di Ram, oggi chiavette usb di memoria ne hanno fino a 16 Gb.

Nel mondo dell’editoria funziona tutto un po’ più lentamente, ma in un mondo in cui nel giro di 5 anni la memoria di un pc ce l’ha una pen drive, presto qualcosa dovrà pur cambiare, no?

Per saperne di più su *quanti iPad si suppone siano stati venduti in Italia:

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