* [tl;rl] LE CAPACITÀ ORGANIZZATIVE DELLE PERSONE ANSIOSE ::

Ho scoperto che le persone ansiose hanno grandi capacità organizzative proprio perché allenate a prevedere ogni possibile scenario per tenere a bada l’ansia.
Quando dico di essere brava, vedi a restare allerta?!

Poi – in questi giorni – ho anche fatto i conti con il mio sentirmi in colpa per ogni piccola cosa, per non avere tempo o non averlo trovato, per esempio.

E mi sono detta che a volte le persone non saranno felici, qualunque cosa io faccia e dica, quindi ho iniziato a fare ciò che ritengo giusto per me.

Tra le altre cose ho scritto un post sul blog. O, meglio, ne ho tolto uno dalle bozze (ora ne restano solo altri 163 che prima o poi darò direttamente alle stampe). Questo era recente. Parlo di me. E di donne come me. Il post è questo, ma non è un post da femmine, quindi tu lettore che mi segui cliccaci: è più per te che non per me perché Come avere successo senza urtare la sensibilità maschile è più o meno la traduzione del titolo di un libro che dovrebbe far sorridere me, ma io non ho riso e forse è anche merito tuo.

E ora torniamo alle solite cose, come se non lo fossero anche queste su.


IL BIGNAMI DEL MARKETING

  • A cosa serve la data visualization? A evitare il sovraccarico informativo cosa che spesso facciamo nelle nostre presentazioni.
  • Il New York Times ha assunto un direttore per Instagram. Sì prima che succedesse tutto ‘sto casino, ma intanto non lo avevo ancora scritto qua e magari pure tu te lo eri perso.

CONSIGLI PER LEADER PROMETTENTI

  • «Ambizione. Abbi ambizione, chiudeva le lettere alle amiche Céline. Il più maltrattato dei sentimenti, perché devi costruirlo coi mattoni d’egoismo. È giusto il contrario dell’amore, l’ambizione: fare a te quello che ti piacerebbe fare all’altro. E t’assicuro è ottima pure per trovare uomini decenti. Che stai aspettando?» chiede Ester Viola nella sua consueta rubrica del lunedì. Vale in amore, vale sul lavoro. Come penso più o meno di tutto.
  • «Raccontare è meglio di spiegare», ovvero: come mantenere viva l’attenzione secondo lo storico Alessandro Barbero.
  • Non serve dire tutto, e quello che c’è da dire serve dirlo bene. Comunicare è diverso che essere trasparenti. E la millantata trasparenza non è utile a nulla. Guarda un po’, la comunicazione incoerente ha fatto danni anche questi giorni, come spiega Vincenzo Cosenza che – analizzati i primi momenti di allarme – commenta: «Purtroppo il mestiere del comunicatore è sottovalutato». Me lo scriverei su una maglietta!
  • I cattivi esempi, come le cattive esperienze, sono utilissimi a definire ciò che non si vuole essere. Dico sempre così quando – per spiegare qualcosa – devo fare un esempio, come ho fatto a Mantova un po’ più di un mese fa durante un incontro in cui ho raccontato come far circolare le idee e creare connessioni.
    Al corso hanno partecipato tanti professionisti del digitale, creativi, sviluppatori, copy, grafici, consulenti. Uno di loro ha scritto questa cosa: «In ogni momento della mia professione si è fatta quindi sempre più impellente la necessità di avere un’etica, un decalogo se vogliamo, ben delineato. Ho capito che la tecnica, lo stile e la creatività sono solo una minuscola parte di questo lavoro e che senza delle regole morali tutto cadrebbe». Grazie Andrea.

⚠️ UNA COSA CHE TI CONSIGLIO ASSAI è capire cosa vuol dire gender data bias con il riassunto fatto da Dataninja del libro di Caroline Criado Perez che uscirà tradotto da Einaudi il 17 marzo: Invisibili, come il nostro mondo ignora le donne in ogni campo. Dati alla mano.

RISORSE UTILI DI ‘STI TEMPI: io questo vademecum lo sto inoltrando un po’ ovunque. Magari ti è utile.

PARLA COME MAGNI
Oggi a pranzo ho parlato di è una lista che aggiorno dopo pranzo, quando ho conversazioni interessanti. Sì questi giorni non sto uscendo a pranzo, magari però trovi interessante l’archivio.

STO LEGGENDO 

HO FINITO

  • The Stranger su Netflix. Bello, ma se non dovesse esserci una seconda stagione non me ne rammaricherei.
  • Hunters su Amazon Prime Video. Ci saranno altre stagioni. Ho già l’ansia pronta.

STO ASCOLTANDO

‍E no, non sto leggendo più del solito. Non sto guardando più film del solito. No, non seguo tutti i suggerimenti utili di cose da fare nel tempo libero che condivido perché il tempo libero quando sei a casa sempre si riduce, per esempio non mi ricordavo come fosse impegnativo pensare a cosa cucinare due volte al giorno. Ecco perché le nostre nonne ci chiedevano sempre del pranzo a colazione e cosa volevamo mangiare a cena appena finito di pranzare. Ma è un elenco quello dove magari ci sono spunti utili. Per passare il tempo in questi giorni io sto facendo chiacchiere durante l’aperitivo, colazione e forse oggi pure a pranzo, in videocall (su Hangout, Skype o WhatsApp, vale tutto). C’è chi legge copioni su Instagram, chi condivide letture, io ieri sera ho guardato un film brutto commentandolo su un gruppo su Telegram. Insomma continuiamo a fare quello che facevamo pure prima: chattare. Quello si può continuare a fare. Di chat e di dating online ho parlato con Francesco Tragni e Disma Pestalozza ospite insieme a Luca de Santis su Radio Popolare in Wi-Fi Area. No, non mi sono riascoltata sennò mica lo condividevo.

️ DALL’ARCHIVIO


RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI

Quanto hai letto su è la newsletter n.68. L’ho inviata il 12 marzo con l’oggetto: No, non sto leggendo più del solito. No, non sto guardando più film del solito.
La prima newsletter l’ho mandata nel 2012 e quella prima due settimane fa (potrei anche ammettere che è una newsletter a cadenza a sorpresa, come ha detto Roberta Bonzano, ma solitamente un paio al mese le mando di sicuro).

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Lo leggi il footer delle newsletter? E dei post, in questo caso? Magari dici di no, come rispondono le persone a cui chiedo se hanno letto i termini di servizio dei social a cui si iscrivono. Indovina? No, ma dice Nicole Zavagnin che dovresti. In effetti io qui ci scrivo un po’ di cose con la scusa che son qui nascoste dove non le legge nessuno. L’ultima newsletter, quella prima di questa, aveva come oggetto Anni di merda. Notizie dal fronte del disagio italiano, che è il titolo di un libro di Oliviero Beha. Dentro c’era un solo refuso, ma brutto: al posto di Ilaria Capua ho scritto Roberta Capua. Sono vittima degli anni ’80, di Miss Italia, del gossip tv. Chiedo venia, ma grazie per le segnalazioni dei refusi, è l’indice di attenzione che apprezzo di più. Persino più dell’open rate (che di quell’invio è stato del 61.2%). In questa di refusi non dovrebbero essercene, ma il merito non è mio (grazie Irene).

Ti è piaciuta questa newsletter?

Dentro ci sono 25 link (compresi gli 8 di questo footer) e 1375 parole e puoi condividerle tutte a chi vorresti farle leggere. A me farebbe piacere.
Non la ricevi perché non ti sei mai iscritta/o: puoi rimediare lasciando la tua mail qua.
Sei indecisa/o? Hai ragione: di mail ne riceviamo già tutti troppe, ma se ti va qui e qui trovi un po’ di quelle cose belle che chi la riceve mi scrive, vale come recensione.

La prossima newsletter con i link delle cose che ho letto, cose sulle questioni fondamentali della vita (che mi fanno essere felice, capire meglio, essere più consapevole, triste o arrabbiata), potrebbe arrivare giovedì prossimo. E poi – diciamo che sto facendo un esperimento – ogni tanto c’è una newsletterpuntata audio su Telegram.

❤️ Nel frattempo fai cose belle.

 

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