Perché lo racconto come tutti gli altri fatti miei? Perché magari serve a qualcuno, dico sempre.
Ieri ho divorziato, per esempio.
Se c’è una cosa che sarà davvero il 2020 è che sarà l’anno in cui chiedere trasparenza, sarà l’anno della sincerità utile.
Anche nell’adv, nel rapporto con gli stakeholder, collaboratori, clienti. Mica parliamo tutti di purpose, da tempo, per nulla?
In America – dove pare che i soldi siano meno un tabù di quanto non lo siano da noi – si discute persino sull’utilità di dire apertamente ai colleghi quale sia il proprio stipendio. A cosa serve? L’articolo del New York Times è molto interessante (grazie Donata). Spoiler: si parla delle conseguenze della mancanza di trasparenza sulla disparità retributiva, che colpisce in modo sproporzionato donne e minoranze.
Ho raccolto un po’ di link utili su come sarà il 2020. Li trovi giù insieme alle solite cose, ma intanto partiamo da qui, dal dirci le cose: la scorsa settimana ho ascoltato la terza puntata di Lingua, il podcast di Mariachiara Montera che è iniziato con la storia del suo divorzio (bello, ma magari fosse andata così col mio).
Di tutte le puntate uscite finora la terza è stata un’illuminazione. Si parla di maternità. Ma non è questo il punto. Essì ché se mi segui da un po’ sai che conosco entrambe: Mariachiara che ha ideato il podcast e Myriam Sabolla, ospite di questo episodio, che spiega – faccio un riassunto – che alcune cose non te le racconta nessuno, ma saperle sarebbe utilissimo.
Settimane fa Luca de Santis ha postato la copertina di Cosmopolitan UK: è la prima volta in 35 anni che la star in copertina non è una donna. C’è Jonathan Van Ness, vincitore di tre Emmy con Queer Eye, la serie prodotta da Netflix, e autore di Over the Top: A Raw Journey to Self-love. Van Ness indossa un abito di tulle pesca e Luca scrive: «Fosse successo quando avevo 14 anni, sarebbe stato tutto diverso. Tutto».
Fosse successo quando avevo 14 anni, sarebbe stato tutto diverso. Tutto. pic.twitter.com/WhqkzZr33r
— GeekQueer (@geek_queer) December 3, 2019
Quindi, di nuovo: perché nessuno ce lo ha detto prima?
Come dice Myriam: raccontarsi è utile agli altri.
COM’È STATO IL 2019?
- Anche per Google il 2019 è stato – di nuovo – l’anno degli eroi di tutti i giorni (il video è bello e sotto ci sono le principali chiavi di ricerca dell’anno che in Italia sono anche “come fare domanda navigator” e “perché è caduto il Governo”).
- Se ti interessa la moda questa è la mappa interattiva che analizza oltre 50 milioni di ricerche fashion in 47 Paesi.
- Questa, invece, è la versione delle cose più discusse su Twitter.
- E qui si parla del report 2019 di PornHub che sono sempre quelli bravi a fare marketing coi dati. Seguiti da Tinder che pubblica il report 2019 delle conversazioni della generazione Z (le nostre erano troppo noiose).
- Qui ci sono le top ten di TikTok.
- E queste sono quelle di Pinterest.
- E com’è andato il tuo 2019? Un po’ di indizi potrebbero arrivarti dalle canzoni che hai ascoltato di più su Spotify. Possiamo fare tutti meglio, magari provando a scoprire cose nuove dalla classifica di Pop Topoi.
Raga, un kind reminder: il topnine su Instagram si fa il 31/12, non prima, perché come fate a sapere che succede fino alla fine dell’anno, allineamoci.
— Sara Caulfield (@SaraCaulfield) December 6, 2019
E ora torniamo alle solite cose.
IL BIGNAMI DEL MARKETING
- I cinque grandi trend nel content marketing per il 2020.
- L’industria pubblicitaria ha un problema: la gente odia la pubblicità online, scrive il New York Times.
- Com’è cambiata la pubblicità, slide e articolo di Luca Della Dora, Marketing & Innovation Director di We Are Social (che risponde all’articolo del New York Times)
- Secondo la New York Public Library Instagram potrebbe essere anche una piattaforma di lettura.
- I consumatori sono sempre più multicanale.
- Un’analisi del negozio di Natale di Amazon dal punto di vista di un architetto dell’informazione.
- Sulla fiducia: tra produttori e rivenditori, secondo Nielsen.
- Come (non) fare un ecommerce di successo: il 19 dicembre a Milano, un corso dell’HubSpot User Groups.
- Descrizioni brevi vs descrizioni dettagliate: il pregiudizio cognitivo dello spacchettamento.
- E no, il 2020 forse non sarà l’anno degli addressable TV ads.
- Perché Salvini parla di Nutella (sì va qua, nel bignami del marketing. E confido presto di trovare un link sul perché sia su TikTok dove sta copiando il meme Thanks Obama con è colpa di Salvini. Spoiler: per esserci).
- Le basi scientifiche dei nostri dipende.
- Cosa farà il social media manager nel 2020.
- Come si scrive un case study, con esempi.
- Tre lezioni di marketing che possiamo imparare da Taylor Swift, la donna del decennio, secondo Billboard.
- CSR: qui si può calcolare l’impatto che la propria azienda ha sul consumo di bottigliette di plastica. Bell’idea. Perché ora parliamo tutti di impatto ambientale. Cosa davvero avrebbe un impatto? Ridurre il pendolarismo. Anche se – come spiega Gianluca Diegoli qui – non si può davvero lavorare da ovunque.
- Perché la disinformazione continua a diffondersi in Rete.
- Come usare i numeri per raccontare storie.
- I dati a supporto della creatività: io non parlerei d’altro, ma non solo io come spiegano Facebook e Google o – meglio ancora – Mafe de Baggis che cita anche Stephen King. Ma quali sono i dati importanti? Tutti, compresi quelli del benchmarking tanto che Nielsen ha appena lanciato Nielsen Creative Service per il monitoraggio della creatività.
- In questo articolo in cui si parla dei modi che abbiamo a disposizione per far ripartire i processi creativi in azienda ci sono un po’ di dati interessanti sul ruolo della creatività nel marketing. In breve: la creatività vende. Secondo McKinsey c’è una correlazione tra Cannes Lions vinti e aumento dei ricavi e per Nielsen la capacità della creatività di incidere sulle vendite è il doppio di reach, targeting e brand. Eppure Forrester ha previsto che gli investimenti in data analysis, adtech e martech cresceranno dell’11% fino al 2022, mentre la spesa investita in creatività aumenterà meno del 3%.
CONSIGLI PER LEADER PROMETTENTI
- Come riconoscere quando l’eccesso di fiducia è una risorsa e quando è una responsabilità.
- Secondo McKinsey per essere un buon leader serve diventare facilitatori dell’apprendimento delle novità (sul tema: un racconto della passione di Primo Levi per il computer).
- Esiste un divario di genere tra chi si connette a Internet, anche se sta diminuendo.
- E no: in Italia non c’è nessuna Silicon Valley. Non diciamolo più.
- Come sarà il nostro posto di lavoro nel 2030? Sì tra 10 anni, che tanto passano in fretta e dobbiamo pensarci adesso. Qui c’è un paper da scaricare (che ha come guest contributor Seth Godin).
- Solo il 16% dei dipendenti è davvero coinvolto nel lavoro che fa (si parla anche di hidden teams: quando le persone più coinvolte in azienda collaborano insieme anche senza che nessuno lo sappia).
- Tutti facciamo errori, questi cinque però potremmo evitarli.
- Le mappe come progetti per riorganizzare le idee.
- L’effetto del design persuasivo, delle email in questo caso, sulla gente. A quanto pare possiamo uscirne e perché abbiamo bisogno di almeno un giorno libero – per davvero – a settimana.
- Come ti raccontavo qua mi piace questo stimolo a riattivare la mia creatività che mi viene da quello che Simona Sciancalepore (lo so, anche lei la cito spesso e se ti interessa a febbraio tiene un corso a Milano) mi ha spiegato chiamarsi l’appuntamento con l’artista. Tutto il contrario del digiuno dalla dopamina. La settimana scorsa per il mio appuntamento con l’artista, quindi, sono stata a vedere Estasi, la piccola mostra di Marina Abramović, ospitata dalla Pinacoteca Ambrosiana a Milano accanto alla cripta di San Sepolcro (che merita una visita, segnatelo). Estasi, come quella di Santa Teresa d’Avila, fondatrice dell’ordine delle carmelitane che pare levitasse spesso in cucina arrabbiandosi con dio perché non le permetteva di mangiare (grazie Sara per avermi raccontato questa storia come esempio di un dono che è anche un ostacolo, anche su questo ci torno su).
⚠️ UNA COSA CHE TI CONSIGLIO ASSAI è guardare la mappa della metropolitana di New York come una rete di connessioni che rispondono a un bisogno.
FESTEGGIAMO: la Massa Marmocchi ha ricevuto la civica benemerenza dell’Ambrogino d’Oro.
🍝 PARLA COME MAGNI
Oggi a pranzo ho parlato di è una lista che aggiorno dopo pranzo, quando ho conversazioni interessanti. Spesso.
📖 STO LEGGENDO
- Confidenza, di Domenico Starnone (Einaudi).
- Attraversare i muri, un’autobiografia, di Marina Abramović (Bompiani).
🎧 STO ASCOLTANDO su Storytel Anna sta mentendo, di Federico Baccomo (Giunti) dopo averlo comprato di carta quand’è uscito due anni fa e non averlo iniziato neppure.
🎄 NON È MAI TROPPO TARDI PER PENSARE AI REGALI DI NATALE
- Ti piacciono le cose belle? potresti prendere una stampa d’autore del laboratorio (sommerso) Fallani Venezia.
- Ti piacciono le cose buone che fanno anche (del) bene? Compra uno di questi panettoni.
E se ti piacciono i panettoni qui c’è la top ten di Anna Prandoni.
E per finire: come sopravvivere alle festività secondo il New York Times. Io, invece, quest’anno ho deciso di non fare regali a nessuno.
Evviva il Grinch!
- Ci arrivo a 10mila follower su Instagram per la fine dell’anno così posso mettere un sacco di link e dire «Fai Swipe Up» come quelli bravi? Quindi: tra questi 8654 ci sei anche tu?
DALL’ARCHIVIO
- Io, lo spazio e la Rete, un post del 2014 in cui parlo di come dire grazie.
👉 E PER FINIRE: IL SOLITO PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ
Hai già ascoltato la serie audio di Due gradi e mezzo di separazione prodotta da Storytel e letta da me?
Parlo di networking e capitale sociale, privacy e consapevolezza, di come stare in Rete. E di come tenere tutto in ordine.
Se l’hai già ascoltata, dimmi: cosa ne pensi? E se vuoi qualche suggerimento per continuare a ascoltare libri sul tema dai un’occhiata alla lista che ho creato su Storytel.
Se non l’hai ancora fatto 🎁 qui c’è un mese di prova gratis che così puoi ascoltare la serie (e tutto quel che ti va).
RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI
Ogni giovedì mando una newsletter. Il post su è copiata da quella spedita a 3160 persone giovedì 12 dicembre che ha avuto il 54.5% di open rate.
💌 Ti è piaciuta? Dentro ci sono circa 80 link e 2028 parole. Essì questa volta è venuta un po’ lunga, e io che volevo parlare di velocità in questa newsletter e scrivere nell’oggetto: Non devi essere tu a andar piano (e neppure io). Ma poi ho cambiato idea ché tutto questo mi pareva più importante. Ma sulla velocità ci torno su.📩 Non la ricevi perché non ti sei mai iscritta/o: puoi rimediare lasciando la tua mail qua. Sei indecisa/o? 👍 Hai ragione: di mail ne riceviamo già tutti troppe, ma se ti va qui e qui trovi un po’ di quelle cose belle che chi la riceve mi scrive, vale come recensione.
La prossima newsletter con i link alle cose che ho letto, su cui ho riflettuto e quasi mai sulle questioni fondamentali della vita (ma cose che mi fanno essere felice, capire meglio, essere più consapevole, triste o arrabbiata), potrebbe arrivare il primo giovedì dell’anno.
Quindi dovessi finire le cose da leggere aperti tutti i link su, nel frattempo potresti leggere:
• ogni lunedì Koselig di Mafe de Baggis;
• ogni venerdì Minimarketing, di Gianluca Diegoli;
• ogni sabato Spring Vibes, di Nicole Zavagnin;
• una volta al mese (ma una volta al giorno fino al 24 dicembre) la newsletter di Simona Sciancalepore.
❤️ Nel frattempo fai cose belle.
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