Potrei alzarmi alle 7, preparare la colazione, vestirmi, truccarmi, svegliare Diamara e Maurizio, fare colazione con loro.
E invece va così: ultimamente si sveglia prima Maurizio, io resto a dormire fino alle 7.30, mi alzo, facciamo colazione insieme, loro escono, io vado a truccarmi e poi esco anche io. Ultimamente.
Accompagno Diamara a scuola forse 4 volte all’anno, sono arrivata alla festa di Natale che la recita era già finita, quando spesso restiamo sole nel week-end io mi addormento sul divano e le lascio guardare Miyazaki da sola. Ha 3 anni.
Se piange di notte a volte mi alzo io. Ma non sempre perché poi io ho più difficoltà di Maurizio a prendere di nuovo sonno.
Ogni mattina a colazione guardo la rassegna stampa in tv. Questa mattina Diamara ha iniziato a farsi i fatti suoi come se avesse 14 anni – come le dico spesso – giocando a Angry Birds.
Sono una brava mamma?
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Tagged: essere mamma
Esiste un manuale per la “brava mamma”?
Me lo chiedevo anch’io sai! Poi così, dal nulla, la piccola mi ha detto: “Ti voglio tantissimo bene mamma”. Ecco, mi basta!
Tua figlia è felice? Tu sei felice?
E allora sei una brava mamma 😉
Ecco, leggendo queste cose, sento il mio cuore aprirsi e non riesco a trattenere un sospiro di sollievo. Perchè non sono l’unica che non si alza quando dovrebbe, che non fa colazione col figlio, che a Volte si addormenta sul divano mentre lui fa come gli pare. Purtroppo a Volte mi riempio di sensi di colpa, ma pazienza…
Ti posso invidiare? Le mie figlie non mi permettono di seguire la rassegna stampa e anche se lo odio con tutto il cuore, il mio lavoro mi permette di essere adulta in un mondo di adulti. Mio marito non ha mai accompagnato la figlia grande a scuola. Si è perso tutte le recite fino ad ora. Tra mezz’ora di web e mezz’ora di gioco con loro sceglie ciò che sul momento gli aggrada di più. È un buon padre? Si lo è. E nessuno, nemmeno lui stesso, lo mette in dubbio.
no, sei di un egoismo incalcolabile. la tua era una domanda e questa è la risposta
incalcolabile, addirittura?
ti va di raccontarmi la tua routine?
una routine come la tua, credo più o meno come tutti: figlio, marito, lavoro, casa, nessun familiare intorno, salti mortali per far quadrare tutto e per cercare di perdere il meno possibile delle cose importanti. Naturalmente non mi sento una martire, la mia vita me la godo. Momenti piacevoli, gioiosi, felici. Tanta fatica, ma non ho il tempo per scrivere post in cui mi sento una cattiva madre e chiedo all’etere di smentirmi. Non so neanche perché ti sto scrivendo, sono capitata qi per caso e mi dispiace averti risposto in modo brutale ieri. Ma ti confesso questo post mi ha infastidita.
Una piccola storia che forse ti dirà qualcosa, o forse no.
Quando ero piccola, al mio paesino c’era la signora Rosi: 5 bambini, vedova e disoccupata. Tirava avanti con lavoretti saltuari, viveva in una vecchia cascina sistemata alla meglio. Riceveva un magro sussidio dal Comune. Delle 900 anime che popolavano il paesino, metà (o forse un po’ meno) l’aiutava con i vestiti smessi dei figli, la chiamava a pulire le scale, le faceva arrivare una dozzina di uova. L’altra metà (o forse un po’ di più) la osservava da dietro le finestre quando passava col suo vecchio Ciao sgangherato, chiedendosi cosa andasse a fare al vecchio casello ferroviario nel bosco, luogo di camporelle noto a tutti. Magari a racimolare facilmente 10mila lire.
I bambini erano un po’ spettinati ma sempre puliti e decorosi. Il 21 arrivava il sussidio. Lo sapevi perché quel giorno, cascasse il mondo, la signora Rosi si sedeva alla pasticceria con i suoi 5 piccoli davanti a 6 gelati con panna e ciliegine. Quanti giorni di spesa avrebbe fatto la signora Rosi con quelle 20mila lire spese in affogati al cioccolato? In tanti la criticavano.
Io la vedevo e allora, come oggi, penso che la signora Rosi sia stata una brava mamma. Perché anche per quel solo giorno al mese faceva sentire i suoi bambini come i re del mondo, con quelle coppe gelate immense sul tavolino della pasticceria dove appoggiavano gomiti eternamente rattoppati, Barbie senza un braccino, scarpe lise. Quei gelati erano l’amore di una mamma che diceva “questo è vostro”.
Non importa quante volte tu possa sederti al tavolino a mangiare un mega gelato. Ma quando lo fai, la tua bambina sa che la sua mamma le sta dicendo: “è solo tuo”.
Concordo. Niente quantità ma è importante la qualità.
E se sei con lei sempre ma dai di matto perché sei stanca? O come devo fare a volte, dire loro, andate nell’altra stanza, sto lavorando. Non mi piace ma devo. Non posso e non voglio rinunciare al lavoro. Loro cresceranno e allora cosa mi rimarrà? Il loro amore mi rimane comunque. Sono una brava mamma proprio perché cerco di fare quello che posso quando posso non diventando la martire di me stessa. A cosa servirebbe? A dare loro l’esempio di chi si annulla.
Non vorrei mai si annullassero per nulla. Loro sono la parte più importante della mia vita, è ovvio e non serve dirlo, ma so che nonostante tutto loro sono felici e me lo ripetono spesso. Questo mi basta.
Mi hai fatta piangere.
Grazie per queste parole.
Che bella questa storia!! Bellissima. Mi ha commossa molto.
cazzi miei, uber alles !
un giorno ci spingeranno con la sedia a rotelle giù dal dirupo.
ti amo e ti quoto.
Mi spii? Dillo!
nel senso che la tua vita è come la mia? ti ho rubato il post?
Brava o non brava, hai descritto la giornata tipo in casa Cohen quindi per me sei la miglior madre possibile
grazie, sapevo di non essere (la) sola
[…] gennaio Domitilla pubblica questo post sulla sua routine quotidiana in famiglia, un post che dovrebbe testimoniare a se stessa e agli […]
mi dispiace per te e per la bambina…
Lucia, non dispiacerti: lei è al mare da inizio luglio e ci resta fino a settembre, io sono a Milano al lavoro.
e non avevo letto questo tuo ultimo commento agghiacciante perchè ero troppo sconvolta dal primo! ti autoconvinci che fare 3 mesi di mare senza di te sia in fondo meglio che stare con te perchè sei a milano al lavoro…come te ne conosco tante, mi fate pena ma soprattutto rabbia. volete raccontarvela e trovate ogni scusa per giustificarvi, eh sai tre mesi al mare, ma per piacere. mia figlia in città con 40 gradi non è mai morta, andiamo in piscina, in giro in bici alla sera e sta da dio. si va via solo 2 settimane e qualche weekend durante l’anno in giro per le capitali. ma date il nome alle cose come sono: non avete voglia di fare le mamme e va bene così, non inventate balle assurde, la balla del ‘sta meglio al mare che qui a milano’ è un’altra enorme cazzata per lavarti la coscienza. tua figlia sta meglio con TE, anche se abitassi in Burkina Faso con 50 gradi nella capanna, lei vuole e ha bisogno di TE, ORA. Segnatelo e da domani, inventa meno balle. E ha ragione Lucia, povera bambina, ma dovresti fartelo tatuare. Poi, quando sarà adolescente, sarà desiderosa di lasciarti per le sue vacanze ma ora, fa solo una grande pena.
Cara Elisabetta,
il tuo commento è pieno di rabbia, la si respira ad ogni parola. Contrariamente a quello che credi, la rabbia che si sente non è quella che dici di provare nei confronti delle madri come Domitilla, ma è quella che provi nei confronti della vita che fai. Dalle tue parole passa l’immagine di una donna che non è felice della vita che fa. Spero di sbagliarmi e spero che in nuovo commento tu possa farci sentire la gioia che provi ad essere la mamma che sei. Permettimi solo una domanda, Elisabetta: se gli altri giudicassero te come tu stai giudicando Domitilla e tutte le madri come lei, me compresa, come ti sentiresti? Lo troveresti giusto? Non credi che ognuno sia libero di fare il genitore come meglio crede, almeno fino a che non lede al bambino?
Brava Giovanna, mentre io pensavo a come mettere in riga i miei pensieri…tu hai scritto esattamente quello che penso anche io! Cara Elisabetta sono certa che sarai una buona mamma, ma perché tutta questa rabbia ? Non esiste “il metodo ” per essere delle buone mamme…credimi… sono in età da essere nonna…e questa è una di quelle certezze acquisite appunto con l’età . Esiste l’insegnare l’amore e il rispetto ai propri figli.
anche io come elisa qui sopra sono capitata qui per caso stasera dopo mesi di pubblicazione di questo post tristissimo. sai che quei momenti non torneranno mai più e sembra non fregartene un cazzo. io ho cambiato lavoro per dedicarmi a mia figlia perchè ero frustrata per perdermi tutti i momenti di cui tu sembri quasi andarne fiera di poterteli perdere. volevo portarla a scuola io, volevo poterla andare a prendere e vederla giocare ai giardini con le sue amiche, volevo essere lì quando cadeva, volevo portala io dal medico, volevo farci la cioccolata calda insieme alle 5 d’inverno. una volta alla settimana esco con le amiche e vado ai concerti, faccio sport al sabato, ma ci sono sempre quindi queste poche ore non fanno la differenza. guadagno poco, è vero, e il mio posto di prima era prestigioso ma fare la madre a distanza non è fare la madre e è non sei una brava madre, semplicemente hai deciso di non farla. tristissimo. E non ascoltare le enormi CAZZATE che leggi sopra ‘se i tuoi figli ridono e tu ridi va tutto bene’, sono le cose che ci si racconta per condividere i sensi di colpa, ma non ci vuole un esperto di pedagogia a capire che le mamme devono fare le mamme. E la rassegna stampa…ma per piacere…manco fossi un capo di stato. Capisco che ognuna faccia la madre ‘a modo suo’ ma forse sarebbe più onesto scrivere ‘io delego perchè non voglio fare la madre’, pensaci.
cara Elisabetta, se ti dico che non mi piace fare la mamma facciamo la pace?
guarda che mai l’ho nascosto, però hai perso, nel post, il pezzo in cui scrivo “E invece va così: ultimamente”: non è sempre così al mattino e, la sera, per uscire prima dall’ufficio intendo le 18 (e non le 19, come invece il più delle volte succede), quindi immagina una me stanca allo stesso modo che arriva a casa alle 19 anziché alle 20 (sì, ci metto un’ora, circa); sono felice che ci siano bambini con mamme come te, ma davvero è meglio una mamma che “ho cambiato lavoro per dedicarmi a mia figlia perché ero frustrata”, come dici? lusso di poter cambiare lavoro a parte, ovviamente (di ‘sti tempi); comunque sì, lo ammetto: di aver perso la festa dell’asilo un po’ me ne vanto, volentieri avrei voluto perdere anche le mie (di cui, per capirci, non ho nessun ricordo); sulla rassegna stampa poi, dimmi, tu cosa guardi in tv, come ti piace aggiornarti sulle cose che accadono fuori da casa tua?
Io sono ancora nella fase “mi prendo i miei spazi ma poi mi sento in colpa”.
Una fase pessima che, spero, vedrà presto la fine.
Mal sopporto i giudizi “anonimi” soprattutto da parte di genitrici come me/noi.
Ho deciso di ridare la giusta dimensione alla mia “mammità” che deve essere direttamente proporzionale al il piacere di esistere come individuo.
Anche perchè, frustrazione, insoddisfazione, stanchezza, depressione, stress, tristezza, solitudine e insonnia, non fanno di certo rima con la parola MAMMA.
Io al momento sono a casa per obbligo, credo che sarei una madre migliore se andassi al lavoro, mi confrontassi (anche) con adulti e fossi più serena con me stessa. Per questo non sono una buona mamma, secondo alcune delle tue commentatrici di certo. Non sono perfetta, questo è certo. Ma una buona mamma è quella che esprime anche amore e passione per la vita, da trasmettere agli (amati) figli, come un dono da non perdere di vista: non siate egoisti, ma cercate la vostra strada, quella che vi fa sentire voi stessi, o il più vicino possibile al voi stesso che vorreste essere. Con rispetto per voi stessi e per gli altri. Non so se chi ha lasciato il lavoro per amore dei figli aveva un lavoro che amava davvero così tanto, forse sì, forse no, comunque sono scelte, che ognuno faccia le sue senza accusare gli altri.
secondo me la cosa che sconvolge di questo post è: potrei uscire prima ma non lo faccio… non lo fai perchè non vuoi? allora è triste. poi, come ha detto qualcuno, ognuno fa la mamma a modo suo, verissimo e giustissimo! non penso che le mamme si debbano immolare sull’altare della famiglia, né tantomeno sentirsi in colpa se non arrivano dappertutto. pero’ un po’ bisogna anche averne voglia…
sei la madre che hai scelto di essere. di brave madri non ce ne sono, ci sono solo madri che fanno i conti con la propria coscienza.
Ogni bambino ha la mamma di cui ha bisogno. Alcuni necessitano una mamma sempre.presente altri una mamma piu libera con cui trovare piu complicita durante lLlad.q ladolescenza.
…poi smettiamola con sta cosa della brava mamma e soprattutto con le critiche alle nostre simili…
Leggendo il post ed i vari commenti, io penso che semplicemente ci siano modi diversi di intendere il “fare la mamma”, c’è chi ha bisogno di avere i figli vicini h 24/24 e che pensa che sia meglio così e c’è chi pensa che sia meglio che siano il più indipendenti possibili dai genitori….va bene comunque perché l’importante è fare ciò che si pensa meglio per se stessi e per la propria famiglia ed è anche molto bello essere sinceri sempre e comunque 😉
Sono felice di avere l’occasione di partecipare a questa discussione a distanza di un paio di mesi da quando, poco dopo aver “conosciuto” Domitilla alla #cfdw, ho letto questo post. A bruciapelo ne sono rimasta infastidita, ma immediatamente il sentimento si è mitigato e mi ha lasciato semplicemente perplessa. Non ho l’abitudine a giudicare. Tuttavia, alla seconda lettura il post continua a trasmettermi freddezza. Ma credo sia una sensazione che Domitilla abbia voluto far trasparire al fine di provocare un dibattito lucido – cosa che non è avvenuta, e sottolineo che anche io non ne condivido i toni esasperati. Inoltre, mi appare sterile e semplicistico che l’output di queste riflessioni sia una divisione dicotomica fra “mamme non appassionate al lavoro di mamma” e “mamme annullate nel proprio ruolo”. Commentare questo post mi dà la gradita occasione di condividere con voi le fatiche di essere mamma, lavoratrice e, semplicemente, me stessa.
Il mio primo figlio è nato 10 anni fa, quando io ne avevo 24 e mi ero laureata da un mese; la seconda 5 anni dopo. Complice la giovane età sono praticamente cresciuta con loro, e fra uno e l’altro ho sempre lavorato (precaria, a progetto, freelance, ora full time) riuscendo, anche grazie a una buona rete famigliare e agli spazi ristretti della mia città e provincia, ad adattare le loro esigenze alla mia vita.
Ho lottato per non annullarmi mai, rendendomi conto che è lavoro ininterrotto e fatica quotidiana! Mi piacerebbe tanto passare interminabili serate fuori con le amiche, a fare networking o andare più spesso a serate culturali. Ma spesso rinuncio, per stanchezza o per comodità o per obbligo! Arrivo a casa stanca, con il cervello ancora frullato da questioni di lavoro e con le energie che mi restano -mentre riordino e cucino naturalmente, altrimenti non sono multitasking- ascolto la mia piccola che mi racconta la sua giornata o aiuto il mio grande con lo studio. Spesso rosicchio ore di lavoro per correre a udienze o riunioni di scuola, oltre che alle famigerate recite che non perdo mai, perchè loro mi cercano, chiedono attenzione e mi guardano con occhi che dicono “Visto come sono bravo? Vero che sei orgogliosa di me?”. Vorrei dedicare il weekend al riposo o ai fatti miei, ma più spesso il tempo è per loro e per i loro amici (che sono fortunatamente i figli dei nostri amici), perchè sono convinta che gli stimoli fisici ed emotivi non vengano dalla tv o dal web.
Non ho mai condiviso del tutto l’affermazione che la quantità del tempo trascorso con i bambini sia meno importante della qualità, perchè credo che passare tanti bei momenti con loro sia un investimento sia per il loro benessere sia per il mio sviluppo personale.
A riprova di ciò, non temo di dire che mi capita spesso di sentirmi letteralmente lacerata quando i miei figli sono lontani da me! Me ne faccio una ragione e non piango, ma soffro perchè li percepisco esattamente come un’appendice di me, perchè me li godo ora allo stesso identico modo in cui me li sono goduti nel beato periodo della gravidanza! Contemporaneamente credo nella loro indipendenza: fin dai primi giorni di scuola materna, ho detto alla mia piccola “La mamma non c’è, ma tu sai che è sempre nel tuo cuore”, e con questa semplice frase lei si è sentita tranquilla; il mio grande sta già esplorando da solo il mondo, e so che fra poco tempo sarò destinata a lasciarli dove vorranno andare e a sentirli solo via skype! Ma ora amo guardare lei che al mattino, quando la sveglio dolcemente, si stira come una gattina e il suo primo sorriso è per me, o quando il mio quasi adolescente ricambia ancora (!) i miei abbracci e risponde “Anch’io!” ai miei “Ti voglio bene”.
So che lo scambio intellettuale, emotivo ed empatico che costruiamo oggi è importante per la mia e la loro crescita, e lo so da me e non perchè lo dice la psicologia.
Mi suona strano sentir dire da una mamma “Non mi piace fare la mamma”. E’ perchè credo che noi non possiamo “fare le mamme” ma “SIAMO mamme”. Voi cosa ne pensate? Io mi sono sempre sentita tale anche quando non partecipavo ai classici discorsi su cacchine, peso e malattie; anche quando mi rendo conto che avrei preferito farmi un giro per i fatti miei dopo lavoro invece di averli raggiunti al parco; anche quando sono ammalati e non li tengo nel lettone, ma nella loro stanza, con porte aperte e orecchio teso, perchè io voglio comunque dormire. Sono mamma pur non annullandomi in questo solo ruolo. L’ho voluto e lo accetto!
..Ogni tanto io me la faccio, la domanda “esiste una vita reale?”. E mi rispondo di sì: è fatta di calore, di emozioni e del profumo dei miei bimbi!
Grazie @Domitilla e @tutte per avermi dato l’occasione di commentare e, soprattutto, di parlare di me!
Rispondo con un commento generale a tutte le mamme che hanno risposto al mio commento di ieri sera ringraziando la padrona di casa
che non conosco per il suo stile contenuto (non è da tutti) ma io ero abituata ai blog su Lost dove la gente veniva malmenata e perseguitata, quindi per me è tutto nella norma.
Un blog pubblico è aperto a commenti di vario tipo, sicuramente i followers sono ‘amici’ e una voce stonata in mezzo al coro
immagino dia fastidio, non so, a me non sorprenderebbe, visto che Domitilla ho appena letto che ha quasi 20mila followers su twitter.
il blog è abbastanza deserto rispetto a questi numeri ma immagino molti lurkino senza commentare.
Comunque è come se un vegano postasse un commento su un post sui benefici della bistecca di manzo.
Esporrà con più o meno fervore, a seconda del temperamento e delle proprie convinzioni il suo dissenso e disappunto sull’argomento.
Il vegano in questione è un poveretto frustrato? Non si sa, forse sì, forse no. Il vegano è represso? Può essere, ma non lo sappiamo. Lui argomenta animosamente perchè crede ciecamente nel fatto che la carne faccia male e basta. Poi va a letto sereno e contento perchè sa che non mangerà la carne.
Questo è più o meno quello che è successo ieri su questo blog.
Dal mio commento si evince che io sia triste, infelice e frustrata? Mah, a me non sembra, ma chi lo sa, può essere, penso che siano commenti un po’ adolescenziali stile youtube,sul genere di ‘fatti una vita’ o ‘scopa un po’ di più’, e mi fermo qui.
‘Chi sei tu per giudicare?’ e altri frasi come queste a me hanno sinceramente rotto…e da tempo. Ma che atteggiamenti buonisti e qualinquisti sono? ‘Basta giudicare…’. Ma cosa vuole dire?
Io ho delle opinioni e le esprimo, se leggo qualcosa che mi tocca in prima persona, in questo caso su un blog a me sconosciuto, con il quale sono in disaccordo, lo esprimo e pure con convinzione e andrò avanti così per tutta la vita.
Esprimo un giudizio? Beh mi sembra ovvio, è un argomento che mi coinvolge dove sono pesantemente opinionated, e capisco che qui ci sia il pubblico a fare la ola per Domitilla e ben venga, ma io non devo essere simpatica a nessuno, non devo compiacere nessuno e men che meno cerco followers, quindi dico quello che penso.
Sicuramente presa dall’impeto che fa parte del mio carattere non ho espresso in maniera chiara il mio concetto e la mia opinione, e
tuttora il discorso mi irrita, se non si fosse capito, e questo è un mio difetto, non si capisce mai a fondo quello che penso perché il mio modo di esprimermi prende il sopravvento.
Il concetto che volevo trasmettere non è quello di ‘mamme che lavorano part-time (o su turni)’ vs ‘mamme che lavorano a tempo pieno’ o overtime o in carriere. Questo dipende da duemila fattori,
contingenze economiche, capi che non concedono il part-time, ed è un dato di fatto che le mamme ora nel 90% dei casi debbano lavorare per non finire sotto a un ponte e principalmente a tempo pieno.
La mia incazzatura è nel far passare il concetto che:
‘va beh tanto anche se non ci sono io, è lo stesso’.
Perchè questo a me è passato.
Io lì, potrei combattere ore e ore, perchè no, cazzo, non è lo stesso, e io credo fermamente che i figli per quanto possibile li debbano crescere le madri.
Poi se ci vede costretti o lo si fa per scelta di essere assenti, il concetto che porto avanti è che la nonna, la zia, la tata non sono la mamma e non la possono sostituire.
E quando si può scegliere, perchè a volte nella vita le occasioni capitano (ora concordo, è molto più difficile) beh, ci si dovrebbe pensare.
Ovvio questo lo penso io che ripeto, non sono nessuno ma ho una opinione a riguardo.
Altra cosa che sicuramente non si è capita è che io lavoro e lo faccio da sempre. A volte ci sono gli straordinari, i meeting, i dentisti, e nessuno dice che le nonne non siano brave
o le baby sitter non siano dei fenomeni, ma farsi sostituire è un’altra cosa. E io che sono più vecchia ho avuto la mamma della generazione casalinghe disperate: una mamma perfetta? assolutamente no, come non lo sono io, ma io sostengo che la presenza fosse comunque importante. Lei in cucina che stirava mentre io giocavo, io che tiravo giù i testi dei duran duran dal musicassette mentre lei spettegolava con la vicina, comunque lei c’era.
Ovvio che mamma mediamente presente non equivale a figlio modello, ma questo è stra-risaputo. Ai tempi di mia nonna poi, li crescevano le balie fino all’anno…ora sarebbero segnalate ai servizi sociali.
Ma io ripeto: la mamma non può essere sostituita, questo è il mio leit-motiv. Per voi sì e quindi let’s agree to disagree.
Io dico che esiste la via di mezzo, che il discorso del ‘ sai mio figlio non dorme d’estate, neanche con il condizionatore, è noioso. e sai DEVE stare coi nonni tre mesi in collina’ mi fa esaurire, lo ammetto, mi viene proprio voglia di prendere queste mamme a sberle. Mi piace la sincerità e l’onestà, ma capisco dia fastidio.
Secondo questa teoria tutti i figli delle mamme che abitano in zona equatore dovrebbero o essere deportati in zone fredde o le madri non dovrebbero lavorare.
Ci rendiamo conto del livello di demenza di questa affermazione che le mamme come posso notare, non solo nella mia città, si raccontano e che soprattutto ti vogliono spacciare per verità assoluta?
Diciamo che tu dopo il lavoro non hai voglia di smazzarti il figlio perchè a lui del caldo o del freddo non gliene frega niente, giocherebbe anche a mezzogiorno in cortile, i bimbi di un anno non sanno neanche in che stagione sono, ma non diciamo fesserie.
E i nonni fanno tanto comodo perchè il centro estivo costa una cifra paurosa. Fine della storia e presentiamola per quello che è.
Per Domitilla. Anche io ho la mia ‘rassegna stampa’ al mattino, in bagno sull’iphone, mi informo su due siti (ansa e repubblica) dando una letta veloce ai titoli della home e poi leggo i tweets di TIME e The Guardian aggiornandoli dalla sera prima e poi con il fuso il TIME produce molto quando dormo. Il primo rispetto alla versione cartacea che mi ha sempre causato narcolessia è semplice, immediato e diretto e pieno di news interessanti, lo consiglio a tutti. Poi passo a Pinterest perchè regolarmente mi sono depressa da qualche news e devo vedere delle cose belle se ho ancora tempo, ma chiamarla rassegna stampa almeno per me è fuori luogo.
Chiudo questo papiro immenso, saluto tutte, buon proseguimento d’estate, con o senza figli.
@Domitilla: ultime righe poi scompaio su Pinterest per l’eternità. Si, io quando tornavo giorno alle 19 ed ero uscita alle 7.45 ero tristissima e mio marito non voleva vedermi così triste. Il peggio era che alle 22.30 aprivo la cartella e c’erano i compiti fatti da sola, sbagliati o con una nonna che non aveva capito (giustamente perchè usano metodi nuovi) e me veniva da piangere. Ora li fa sempre da sola ma li controllo prima di cena e nel caso c’è tempo per recuperare, alle 23 di certo non la svegliavo per farli…Fine della pagine del mio libro cuore.
sono basita da tutta questa serie di sfoghi (perchè di sfoghi assurdi si tratta, eh!). sono mamma, lavoro, vedo della casa, del marito, dei miei genitori, dei miei nipotini…ma che razza di persona è quella che si permette di condannare la vita degli altri perché hanno fatto scelte radicali di dedizione assoluta a una causa piuttosto che a un’altra?? io sono della serie “i figli me li vedo io”, ma tipo mia cugina manda i figli in vacanza coi nonni parecchie settimane l’anno, a 700km da casa. perchè mai dovrei giudicarla male? sono solo scelte: i suoi bambini, esattamente come i miei, sono tranquilli e sereni, e crescono bene, sani ed equilibrati.. dove sta il problema?
Caspita! Buon giorno a tutte, buon giorno Domitilla! Leggo stamane questo post segnalato da Serena di @bismama, in effetti rimango perplessa dallo scambio così animato di opinioni. Onestamente, neanch’io condivido che il lavoro abbia “la meglio” sulla famiglia, credo che i figli siano una scelta di vita e come tale vada coltivata, seguita, curata. Alle volte determinate circostanze ti portano sull’unica strada che non avresti voluto prendere, che ti costringe a far coltivare i tuoi fiori a qualcun altro ma credo che prima o poi se ne paghino le conseguenze. Io non avrei sopportato che mio figlio muovesse i suoi primi passi in compagnia della nonna piuttosto che con la baby sitter e sono felice di potermi permettere il “lusso” di stare a casa. E’ altrettanto vero che alle volte mi manca lavorare fuori e capita che sia desiderosa di quella libertà che mi permetteva una tranquilla colazione senza alcuna fretta o un capriccioso pianto, e godermi in santa pace un libro, un film, il marito! Ma ho scelto di essere madre, non sarò perfetta ma sono presente, anche se alle volte un po’ stanca. C’è un tempo per ogni cosa, adesso mio figlio ha bisogno di me, arriverà il giorno in cui potrò godermi di nuovo una tranquilla colazione magari chiacchierando con il mio ormai cresciuto ometto!
Buongirno,
sono arrivato per caso su questo blog tramite la rete, è molto molto interessante vedere le declinazioni di un argomento specialmente considerando i “colori delle voci”, è stupefacente poter immaginare o pensare di capire con quale “tono” una persona scriva e poterla magari apostrofare, dandole dell’insensibile, della frustrata o quant’altro
Magari meno elegante è farcire delle risposte con un pò di rafforzanti “cazzo”, però ci sta bene anche questo non ci cambierà la vita, sicuramente non ce la sconvolgerà più di un TG a ora di pranzo.
Io non sono padre, e chiaramente nemmeno madre, ma sono figlio, oramai vecchiotto come figlio, e come genitori ho avuto una madre che con 40 ore di lavoro a settimana, si alzava alle 5 per preparare pranzo e cena, stirare, magari andava a dormire a mezzanotte perchè avevo l’asma e non dormivo.
Pensavo di essere orfano di padre, per 10 anni è stato fuori per lavoro, e quando ha avuto un infarto gli hanno pagato 10 anni di ferie non godute (triste ma vero), tutto ciò per mantenere un mutuo, 2 figli, 2 auto, ecc. ecc.
Sono diventato ciò che sono e reputo di essere una buona persona, non per ciò che mi è stato fatto vedere ma per gli insegnamenti che ho estrapolato.
Altri insegnamenti avrebbero avuto lo stesso frutto in me? non si sà.
I miei genitori erano un “modello da seguire”? non si sà.
Chi può giudicare? eticamente e moralmente nessuno.
Ora: il succo è?
Non c’è modo per poter dire se l’autrice è una buona o una pessima madre, vedremo i frutti del suo “lavoro $ di $ mamma” quando la figlia sarà grande.
L’importante è che ora la stessa autrice sia convinta di ciò che applica e che la figlia risponda con serenità.
Il modo di scrivere di Domitilla è molto ironico e pungente, anche io sono uno di quelli che si immagina di poter capire con quale “tono” scrivano le persone, però capisco che per chi, lavora nella comunicazione digitale e scrive tutto il giorno a volte è interessante studiare le risposte dei follower!
Ora non ho tempo per poter scrivere tutto ciò che penso, ma continuerò a buttare un occhio quà e là! complimenti..
Finisco a leggere questo post anni luce dalla sua pubblicazione, quando ormai la discussione sarà chiusa da un pezzo. Scusate. Ma il post, il suo argomento e la sua padrona di casa sono irresistibili. Solo per dire una cosa a cui tengo moltissimo e che mi sembra non sia stata detta mai (anche se non ci sono riuscita a leggere proprio tutto tutto tutto…). Io penso, per mia piccola esperienza, che una mamma per essere “brava” (solo per farla breve uso questo aggettivo) debba essere libera di essere quello che è. Scontato? No, mica tanto… Se io dovessi stare tutto il giorno in casa a sforzarmi di fare la brava mamma chioccia diventerei isterica. Sarebbe più contenta mia figlia? No! Il mio amore e il mio tempo glielo dedico a modo mio. Poi invece vedo amiche che sono fatte per fare quello, passare il tempo ad accudire la casa e la famiglia in quel modo lì e loro sono contente così. Io, come raccontato nel post e da altre, non sono fatta così… Ma sono convinta che un figlio soffrirebbe di più di una mamma che cerca di inseguire un modello che non è, che di una libera di essere com’è, nel bene e nel male.
PS. Ad ogni modo, la scelta di Miyazaki è un indice di altissima qualità materna…
Forse dovresti chiederlo a tua figlia…e richiederglielo quando avrà 20 anni.
E lo dovremmo fare anche noi, qualunque modello avremmo scelto, qualunque tipo di madre saremmo state.
Trovo molto strano, però, che tu lo scriva qui. Se volevi provocare, direi che hai colto nel segno. anche perchè è difficile giudicare una madre da così poco.
se il giudizio lo vuoi, dico solo che Io, se facessi così, non mi sentirei una buona madre. Magari, però, lo sarei comunque.
secondo me non dovresti chiederlo a internet… dovresti chiederlo a tua figlia alla fine non siamo giudicati per quello che facciamo, quanto piuttosto per quello che NON facciamo. Siamo giudicati per quello che non comunichiamo, quindi, per questa ragione la domanda va fatta ai figli… Diamara secondo te sono una brava mamma? come potrei migliorare? per esempio
ora ha 4 anni, dice che sono la mamma più brava del mondo (ovviamente non ha mai avuto altre mamme e il paragone va preso per quello che è, non una vera analisi comparativa, insomma)
ciao a tutti. ho letto con interesse il post e tutti i commenti. Aggiungo volentieri la mia esperienza e il mio punto di vista. Sono papà di un bimbo di due anni e mezzo. Quando aveva 3 mesi, ho preso due ore di permesso orario (il cosiddetto “allattamento”- che il papà può fare anche se la mamma è casalinga). In pratica, fino a quando il bambino ha compiuto un anno, il pomeriggio ero a casa. Ho un bellissimo ricordo di quel periodo e sono super contento di aver fatto quella scelta. Al lavoro sono stato “criticato”, a volte “deriso” – soprattutto dalle donne. La mia capa – donna di mezza età senza figli – mi ha negato per due anni il premio, nonostante avessi fatto – numeri alla mano – quanto gli altri, se non di più. Ora sto pensando di prendere alcuni mesi di aspettativa – retribuita al 30% – per stare di nuovo con mia moglie e il mio piccolo. Non sono ricco, lavoro come tutti per pagare il mutuo, l’asilo, le bollette, e a volte i conti a fine mese non tornano.
La quantità non fa la qualità, come è già stato detto. Mio padre, che aveva la fortuna di avere i pomeriggi liberi – se ne stava seduto sulla sdraio a leggere il giornale mentre io giocavo da solo o con mio fratello…Certo è -però- che la quantità è condizione della qualità. Se sto ZERO minuti con mio figlio, non posso di certo avere una relazione di valore con lui. Madre Teresa diceva che nel mondo c’è più fame d’amore che di pane e Sant’Agostino “ama, e fa’ ciò che vuoi”…ed è proprio con questa bella citazione che invita a rispettare tutte le scelte – che vi saluto di cuore.
[…] Domitilla Ferrari, mamma manager notoriamente impegnatissima su diversi fronti e con ampio successo http://www.domitillaferrari.com/semerssuaq/sono-una-brava-mamma/ Che dire? Brava Domitilla, complimenti per la sincerità e il coraggio di dire le cose come […]
[…] mi chiedono come si gestiscono i commenti online porto un esempio, il post in cui ho raccontato la mia giornata tipo chiedendo se fossi una brava mamma. Ecco, nei commenti mi pare si tenda per il no. Sicura che vuoi […]
Ciao Domitilla, ti seguo su Facebook, ho letto il tuo libro ma il blog no non l’avevo mai letto. Ho cercato tra i tag cosa mi potesse interessare e sono andata dritta verso “amore di mamma” (il che la dice già lunga sulle mie inclinazioni anche se in realtà stavo cercando un consiglio da parte tua sui libri sul “web” da leggere…). Il tuo post è vero ed è qualcosa che tutte noi mamme proviamo. Ma non tutte lo dicono. Io amo il lunedì, mi annoio a giocare e odio il parchetto. Ma l'”amore di mamma” lo provo eccome. La notte, se piangono, mi fingo morta per “spingere” il papà ad alzarsi lui. Uso la televisione spesso e volentieri come baby sitter. Non mi chiedo molto spesso se questo significhi essere o no una buona mamma. Sono però sicura che le nostre madri, anche la mia mamma del sud totalmente dedita alla famiglia, ci hanno “cresciute” in modo diverso da come lo sono state loro (la scelta per noi è stata andar via non a caso) e se lo hanno fatto un motivo c’è. Mi basta questo; per me mia mamma è stata una buona mamma e lo sarò anch’io.
A presto e buona giornata!
(A proposito, ho sorriso quando parlavi del tuo nome “strano”; ne so qualcosa 😉