⚠️ è un post autoreferenziale, il più autoreferenziale – credo – di quelli scritti fin qui.
Non sono una influencer, a me pare chiaro, ma dopo averlo detto qui ora sono giorni che penso a cosa avrei dovuto rispondere: mi hanno chiesto se sono quella dei due gradi e mezzo di separazione e ho detto sì.
Sono quella che crede che il mondo sia piccolo e le connessioni un dono, sì. Ma non sono Raffaella Carrà.
Fossi stata in lei a me neppure sarebbe piaciuto esaudire i desideri della gente. Non ho la bacchetta magica. Non la vorrei.
"Per fare magie [nel marketing], come in amore, serve la fiducia. E ora torniamo alle solite cose" Dalla newsletter di @domitilla https://t.co/roWmdr7ZoZ
— Luca Albani (@lukealb) February 13, 2020
Non metto in contatto le persone di mestiere, né faccio le pr.
Per questo mi riesce bene mettere in contatto le persone e fare le pr.
Come fai a non amare @domitilla? https://t.co/vHG6X8AGsi
— YleniaCuccurullo (@YCuccu) July 25, 2017
Non si può! Hai la bacchetta magica anche per gli altri 🙃
— YleniaCuccurullo (@YCuccu) July 25, 2017
Quindi ‘sta bacchetta magica che mi attribuite davvero non ce l’ho e se ce l’ho non la so usare come pensate.
Per me vivere in una bolla non è un problema (però per approfondire i problemi della filter bubble rimando sempre a questo post di Filippo Marano): il mondo è piccolo, dicevo. E ben popolato. Ma solo perché faccio selezione.
Sono snob, come dico sempre.
E ora ho deciso di farci pace.
Sono tornata in aula. Ho tenuto un workshop di 6 ore: 5 esercitazioni e poche slide. Ve ne mostro solo una.
Neppure io devo farlo: non sono Raffaella Carrà.
E anche se lo fossi in questi giorni ho pensato alla vecchia burbera zia a cui si perdona tutto ormai perché è sempre stata così chissà perché.
Io lo so perché: perché dico cose in cui credo, le racconto, le ripeto. Dico sempre le stesse cose. Che sia sul palco del TEDx o a lezione all’università (ah è uscito il bando di selezione per il Master in Comunicazione delle scienze, come ogni anno magari l’Università di Padova apre anche le iscrizioni al mio corso singolo, ma magari stai valutando una cosa più lunga e allora dacci un’occhiata).
Fine del momento autoreferenziale?
No, ti copio una parte di Due gradi e mezzo di separazione. Come il networking facilita la circolazione delle idee (e fa girare l’economia).
Perché dovresti leggerlo?
Per accorciare le distanze tra te e la tua prossima cosa interessante da raccontare a cena.
🏖️Compiti per le vacanze: potresti ascoltarlo su Storytel.
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L’insieme delle persone che conosci e che ti conosce quindi è la tua rete, il network di cui fai parte. Ma come si crea un network?
Che tu viva in un piccolo centro o in una grande città, le regole sono le stesse. Per fortuna. Una rete, a qualunque età e in qualunque situazione, nasce condividendo affinità e interessi.
Succede lo stesso anche online. Il vantaggio che il networking ti offre, sempre, non è solo nei contatti e nelle relazioni che hai instaurato con le persone: è il potenziale che ha una rete, basata sulla fiducia reciproca, di essere di mutuo aiuto.
Se hai iniziato ad ascoltare questa serie o leggere questo libro immaginando di trovarci semplici regole da seguire per migliorare la tua visibilità online, fare carriera o cose simili, mi dispiace: io ho ambizioni più alte.
Vorrei aiutarti a migliorare la tua vita rendendola più interessante.
Il resto verrà da sé, grazie a te e alla voglia di scoprire il mondo che ti circonda.
Al di là dei consigli di buon senso che ti ho dato parlando dei social media qualche regola – però – c’è: innanzitutto, devi dare prima di ricevere, e anche prima di avere bisogno di ricevere. Non tenere il conto. Insomma, generosità e attenzione agli altri e ai loro bisogni sono fondamentali. Capisco che non sarà semplice e che può sembrarti un’impresa troppo impegnativa.
Allora ecco la seconda regola che t’invito a seguire: puoi dare molto solo se pensi che gli altri meritino di ricevere, quindi fai pure selezione.
Sì, non tutti meritano la tua attenzione e questo non è un problema tuo. La generosità non è tutto. Non si regala tempo a caso: si dona a chi lo chiede, o a chi ti fa capire di averne bisogno, o meglio, a chi ti fa capire di volersi dedicare a te così come tu ti dedichi a loro. Lo scambio deve essere reciproco.
Quante volte ti è capitato che qualcuno si facesse vivo solo perché spinto da una necessità, per poi sparire di nuovo? E quante volte ti sei reso subito disponibile? Non hai sbagliato tu. Anzi, ma sappi che fare networking è produttivo solo se si costruiscono relazioni vere. Non eterne, ma solide.
Devi avere fiducia nelle persone alle quali dedichi il tuo tempo. La fiducia rafforza i rapporti interpersonali. Se do ricevo, altrimenti c’è qualcosa che non va. Dove si è perso l’entusiasmo? Su quale ostacolo si è arenata la relazione? Tenta di risolvere il problema e vai oltre.
Quando facciamo networking costruiamo nuovi nodi nella nostra rete e al tempo stesso rinsaldiamo i rapporti con le persone che già ne fanno parte, interagendo e interessandoci a loro.
Se ciò che fai è dettato dalla generosità, lo sarà anche ciò che riceverai in cambio.
E fin qui siamo ancora all’inizio: sei una persona interessante, hai competenze e amici. Vuoi allargare la tua rete di conoscenze. Sai già che creare un network non è una relazione mirata a uno scopo. Il tuo obiettivo deve essere quello di avere una buona rete perché solo conoscendo persone molto diverse tra loro la tua vita può diventare più divertente, stimolante e appassionante.
Il networking richiede una certa consapevolezza dei pregi e difetti propri e altrui, per intercettare le opportunità che la rete offre. Fai in modo di cogliere ciò che succede intorno a te per poter rispondere a bisogni, domande, richieste di contatto da chi fa parte della tua rete. Sapere a chi puoi essere utile ti permette di contribuire alla crescita del tuo network, rafforzandolo.
Per iniziare a fare rete devi anche capire in che modo le persone che incontri possono trarre vantaggio dal network in cui si trovano con te.
E che cosa puoi regalare agli altri di più prezioso del tuo tempo? Il tempo non è infinito ma puoi gestirlo. Puoi usarlo in modo più produttivo, per creare connessioni che ne creeranno altre.
Ricorda: l’obiettivo non è solo conoscere tanta gente. Se come molti la pensi ancora così, rischi che alla resa dei conti non conoscerai davvero nessuno. Per riuscire a coltivare una rete utile a tutti coloro che ne fanno (e che ne faranno) parte, devi stringere legami sinceri e permettere solo a chi ti interessa davvero di entrare nella tua vita. Questo perché più aumenta il numero delle persone a cui dedicare tempo e più il tempo a disposizione diminuisce.
Ho una regola semplice: tempo per numero di contatti.
Anche se il networking si basa sulla condivisione e sul dare, per farlo bene devi essere un po’ egoista: non fare ciò che non ti piace. I più bravi networker vogliono costruire relazioni di lungo termine, condividere le proprie competenze mettendole a disposizione di chi incontrano, aggiungere valore tanto quanto ne vogliono ricevere. I networker sono le persone che mettono in contatto gli altri tra loro e non tutti con sé.
Io non sono al centro del mio network, ne sono parte.
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Hai letto fin qui?
Bene.
Non ne hai voglia?
Per far prima: puoi guardare un video.
📅 E ora, prima di tornare a parlare del caldo, ho una notizia: il 9 settembre esce per Longanesi Il pessimo capo. Manuale di resistenza per un lavoro non abbastanza smart. L’ho scritto io quindi non posso essere obiettiva. Fai così: è in preorder, mettilo nel carrello e quando ti arriva ne parliamo, ok?
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Tagged: #duegradiemezzo, networking