* PARLARE (BENE) DI SÉ ONLINE, ANCHE SU FACEBOOK ::

Su Myself di questo mese c’è una mia intervista. Parlo di LinkedIn e di come può essere molto utile per la ricerca di lavoro, ma non solo. Perché se vuoi cambiare azienda, città, vita o pensi di metterti in proprio e non ti mancano le idee, ma sei alla ricerca di soci affidabili con cui condividere quest’avventura la Rete è il posto adatto per dare e cercare informazioni.

E non c’è solo LinkedIn. Nella stessa pagina Francesca Parviero fa l’elenco dei social network utili per valorizzare le proprie competenze (non solo digitali).

È vero: tante delle cose belle che mi accadono arrivano da social diversi. Il primo contatto con il Master in Comunicazione delle Scienze dove insegno da due anni l’ho avuto tramite Twitter. E tante altre occasioni sono nate grazie a una catena di collegamenti nata da un post condiviso o scritto su Facebook.

Per questo consiglio a tutti, sempre, di usare la propria faccia migliore per la fotoprofilo e di essere presenti, ma attenti a ciò che si condivide.

Qui, un pratico riassunto che userò la prossima volta che dovrò spiegarlo a qualcuno che ancora sottovaluta la propria presenza in Rete. Lo ha fatto Adecco.

* DEL PERCHÉ NON SI CANCELLANO I COMMENTI /2 ::

Il riassunto per filo e per segno della questione lo trovate altrove, quasi ovunque. Io vorrei solo ricordare che cancellare i commenti (i tweet, gli aggiornamenti su Facebook….) è davvero una cosa stupida. Ma pensavo anche non servisse più ripeterlo, e invece sì.

E quindi, non sono d’accordo con Anna Masera.

Né con Massimo Mantellini.

Da chi vive (anche) in Rete mi aspetto di più.
Io Internet lo immagino come un luogo diverso, un mondo adulto dove la gente non lancia il sasso e tenta maldestramente di nascondere la mano.
Anche per non esporci all’impossibilità della verifica, al potere che regaliamo a quanti potranno dire che non è mai successo.

 

* NON PENSAVO V’INTERESSASSE COSì TANTO ::

 

Un riassunto veloce delle puntate precedenti.

Buongiorno Domitilla,
mi chiamo *** e lavoro per ***.
In questo momento ci stiamo occupando delle selezioni del nuovo Grande Fratello.
Nuovo perché impostato su un cast fatto di persone vere, che hanno a cuore le loro passioni, la loro arte, il loro lavoro.
Nello specifico ci ha incuriosito il tuo blog. Ci piacerebbe conoscerti.
Se sei interessata a fare un incontro con noi ***

Io rispondo così:

uh, grazie per la curiosità, ma non m’interessa

fate cose belle,
ciao

E per finire:

da *** a me
Grazie a te per averci risposto!

Buona giornata

Tutto qua, insomma.

Però sono due giorni che la mia faccia è nel colonnino (morboso) dell’home page del Corriere.
Due giorni.
Ciao e grazie a tutti per l’attenzione.

Allego uno screenshot dei tanti ricevuti.

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Recruiter e head hunter attingono tantissimo da LinkedIn, perché stupirsi se anche gli autori tv vanno online a cercare idee e personaggi? ovvero, io che dico altre due cose su Bloglive

* ELENCO DEI LAVORI CHE HO FATTO PRIMA DI LAUREARMI ::

Di lavoro, di cosa ho studiato, del mio lavoro e di come l’ho trovato parlo spesso. Non ho mai, però, fatto la lista dei lavori che ho fatto prima di scrivere il cv.

Ecco qua, credo abbastanza in ordine, l’elenco dei lavori che ho fatto prima di laurearmi, con tanto di foto probatorie.

Commessa in una pellicceria.

Ragazza alla pari.

Modella per parrucchieri.

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Modella per un pittore.

Barista in un bar italiano a Londra.

Guardarobiera in un ristorante italiano a Londra.

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Promoter di allegati editoriali.

Figurante in tv.

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Maschera in un teatro di Roma.

Ufficio stampa di una compagnia teatrale.

Ufficio stampa di una rassegna teatrale.

Barista in un villaggio turistico.

Centralinista.

Assistente ai programmi delle rubriche religiose della Rai.

rai

Producer per una trasmissione tv.

telethon

A 16 anni facevo la commessa in un negozio di abbigliamento da cerimonia che vendeva anche pellicce. Un anno prima avevo scelto di essere vegetariana.

Quando mi sono iscritta a Psicologia pensavo di fare tutt’altra vita.

A 23 anni, al 4° anno di università, ho vinto una borsa di studio: 2 milioni di lire. Li ho investiti in un viaggio a Londra dove sono stata da fine agosto a fine dicembre 1997.
Al mattino studiavo inglese alla International House, nel pomeriggio, finite le lezioni, andavo a lavorare: per un paio di settimane ho fatto la barista al Pollo Bar, poi ho trovato posto come guardarobiera in un ristorante italiano dietro Leicester Square. Quando sono tornata ho aperto il mio primo conto in banca. Ci ho messo 2 milioni di lire: tanti quanti ne avevo prima di partire.

Il caffè l’ho fatto anche tanti anni dopo in un villaggio turistico a Ischia dove, nel bar della piscina facevo anche un sacco di spremute, centrifughe e macedonie.

Vivevo a Roma e, come ragazza alla pari, mi occupavo di un bambino che nel pomeriggio doveva studiare o andare a fare sport. A insegnare ero brava e lo avevo già fatto anni prima: il ragazzino a cui facevo fare i compiti era stato promosso (dopo due bocciature). Nel frattempo facevo la modella per i parrucchieri: guadagnavo 60 mila lire e avevo taglio e colore nuovi ogni 20 giorni (altre foto di me coi capelli colorati sono qua). Ho anche fatto la modella per un pittore, ma la storia è in un secret post in vendita (per una buona causa).

Andavo all’università, lavoravo più di quanto studiassi. Così a laurearmi ci ho messo 12 anni, ma nel frattempo ho fatto tantissime esperienze, anche promuovere allegati del Corriere e enciclopedie di Repubblica vestita da sandwich man davanti all’edicola di piazza San Lorenzo in Lucina a Roma.
Ogni anno, poi, lavoravo per un paio di mesi con il Telethon e prima di occuparmi delle registrazioni o delle dirette, organizzavo gli eventi del fuori onda, quelli che servivano a tenere la gente in piazza prima della diretta, col freddo a dicembre, in giro per l’Italia. Nei miei compiti c’erano anche: trovare gli addobbi per l’albero di Natale di scena chiesto all’ultimo minuto dal regista della diretta, addobbare l’albero, gonfiare i palloncini.

Ho anche fatto la centralinista e dopo una settimana sono stata presa a lavorare nell’ufficio stampa dell’agenzia in cui ero passata dopo aver lavorato al botteghino di un teatro dove nel tempo libero aiutavo l’ufficio stampa a mandare i fax ai giornalisti. Avevo imparato qualcosa, non solo a mandare i fax.

Ho accompagnato una compagnia teatrale in giro, curando il loro ufficio stampa.
E poi ho lavorato per una manifestazione teatrale di Montepulciano. Vivevo sempre a Roma.
Ho fatto la figurante in Rai, per un paio d’anni, forse meno, la sera prima del tiggì o al mattino presto, nel weekend. C’era un sacco di gente divertente. Alcuni di loro li sento ancora. Altri li vedo ancora in tv.

Per la tv ho fatto anche monitoraggio politico: quante volte compariva questo o quell’altro personaggio o simbolo di partito. Avevo una scheda che dovevo compilare con ogni dettaglio: anche se il politico aveva la faccia coperta dai microfoni o se la telecamera lo riprendeva di spalle. Forse il lavoro più inutile che io abbia fatto.

Poi ho lavorato come assistente ai programmi in Rai, prima alla radio, poi in tv nelle rubriche religiose. Organizzavo le trasferte, chiamavo gli ospiti, aggiornavo la rubrica, andavo a cercare spezzoni di questo o quell’altro evento negli archivi della Rai e lo portavo al montaggio. Domenica mattina ero in regia a seguire la diretta. Poi mi sono trasferita a Milano.

Tra una cosa e l’altra ho lavorato in radio e scritto su un sacco di giornali. Ho fatto tante fotocopie, ma anche trasferte, ma soprattutto ho incontrato un sacco di gente e imparato che in ogni lavoro si impara qualcosa di utile.

Allora mi piace condividere qua una cosa che mi fa felice.

* COSE CHE SO (E CHE INSEGNO A PADOVA) ::

Domani – per il secondo anno – inizia Social Network e Comunicazione Digitale, il mio corso nel Master in Comunicazione delle Scienze del Dipartimento di Fisica Galileo Galilei all’Università di Padova.

Questo è il programma.

25 gennaio 

– Twitter non è un social network e altre rivelazioni sui nuovi (?) media: cosa sono i social media? a cosa servono? chi li usa e come? quali social media usare per una campagna di comunicazione, come e perché.


1 febbraio

– Social e digital strategy: strumenti, obiettivi e opportunità

– Storytelling: la scrittura narrativa nell’era dei testimoni(al) e della sovrabbondanza di informazioni.

– Content curation: quando a scrivere non sei tu, ovvero il lavoro di aggregazione dei contenuti della Rete.

– Esercitazione


15 febbraio

– Reputazione e branding online: come coltivare e migliorare la propria presenza in Rete.

– Ascoltare per farsi sentire: quali sono gli strumenti per monitorare le conversazioni online

– Test di valutazione


SS-20140124163222L’anno scorso avevo portato agli studenti, alcuni laureati in Fisica, il libro di Paolo Nespoli Dall’alto i problemi sembrano più piccoli per spiegare come tutti, anche scienziati e astronauti, possono essere bravi a raccontare online di sé, del loro lavoro.

Quest’anno ho deciso di partire dalle basi e quindi, ecco cosa ho scritto loro:

Letture consigliate: Manuale di buon senso in Rete di Alessandra Farabegoli, e-book 1,99€.
Durante le lezioni saranno forniti link di approfondimento (e il consiglio a iscriversi a un po’ di utili newsletter, come quelle di Gianluca Diegoli e di Vincenzo Cosenza, per iniziare).

 

Stai cercando il programma 2015? Lo trovi qua.

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