* DI COSA PARLO QUANDO DICO SEMPRE LE STESSE COSE ::

Non serve che dica che sto parafrasando Carver, vero?

Se scrivi fatti leggere, l’importanza della riconoscibilità in Rete è uscito per Sperling & Kupfer nel 2015. Lavoravo ancora in Mondadori e stavo lì lì per finire l’MBA. Due gradi e mezzo di separazione era uscito l’anno prima. Non ho più scritto mai nulla di così lungo.

Per un po’ ho organizzato delle colazioni, al mattino presto (presto davvero: l’appuntamento era alle 7.30, ma alcuni alle 7.15 iniziavano ad arrivare già: come io ci riuscissi ancora non so).

A colazione parlavamo delle solite cose, quelle che interessano a me. Cosa che ora ho spostato nelle mie chiacchiere a pranzo.

Sempre le stesse cose diverse

A Gressoney, per il Premio Subito, ho parlato di alcune di queste cose. Dimenticandomi al solito qualche pezzo e aggiungendone altri.

Questi sono gli appunti che ho portato con me.

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*HAI GIÀ TOLTO L’OOO? ::

Ogni anno faccio una lista di buoni propositi. A volte ne faccio due. Una a inizio anno, anche. Ma quella vera è quella che faccio per settembre.

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* HO QUASI FINITO 100 PAROLE ::

Sono arrivata a 36 compleanni su 45, un altro lo festeggio prima della fine del mese e altri due a inizio settembre così me ne mancheranno solo 7 (anche se inizio a pensare che forse qualcuno non l’ho segnato).

Avevo chiesto in giro di regalarmi una parola, partendo da qui.
Una cosa simile l’avevo fatta 4 anni fa, per finire un compito da consegnare per l’MBA: parlare di me in 10 righe.

Allora cosa scrivere lo avevo chiesto su Facebook alle persone con cui ero in contatto, perché come mi aveva spiegato Luigi Centenaro:

per sapere dove vai – o dove le cose che fai ti stanno portando – devi farti dire dagli altri come ti vedono, non puoi scriverla da solo la tua biografia.

Non ricordo più che riassunto ne avevo fatto, ma da questo gioco avevo tirato fuori la considerazione che per gli altri avevo una dote utile:

saper coinvolgere le persone senza perdere nessuno per strada.

La capacità di saper passare le informazioni, mettere insieme le persone e muovermi tra gruppi diversi me la riconoscono tutti, da sempre.

EXTRA: qui c’è un video in cui spiego come si coltiva la propria reputazione, non solo online.

Ma se al posto di un compito di 10 righe avessi dovuto descrivermi in una sola parola?
Ne ho chieste 100, sono tutte qua: ne ho fatto fare spillette.

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* DISCORSI SUL SAPER(NE) RIDERE ::

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Far ridere è un dono

Io mi stupisco ogni volta che qualcuno ride quando penso di aver fatto una battuta che fa ridere solo me. Per anni ho pensato di non essere simpatica. Poi ci ho fatto la pace: so di esserlo.

Saper ridere è un dono

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* UN ELENCO DI COSE FATTE FIN QUI ::

Fai mai un elenco delle cose che hai fatto fin qui?

Il mio fin qui è adesso: è il primo di agosto e per me a settembre parte – come ogni anno – una nuova lista dei buoni propositi.

Li ho sempre fatti.
Dettano il tempo da vivere che ho a disposizione.
Cercando un’immagine per questo post ho ritrovato quella di un elenco collaborativo, quello del progetto Before I Die, dell’artista americana Candy Chang, nato a New Orleans nel 2011 (la foto è di Allie Smith).
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Quella brava a spiegare l’utilità delle liste è Simona Sciancalepore che ne parla qua.
Cosa faccio io?
Elenchi puntati, liste da spuntare, ma ci sono anche solo le idee che mi ripeto a voce alta come per esprimere un desiderio e sì, poi, metto tanti appuntamenti in calendario.

Per ora ho comprato i biglietti per Giselle alla Scala e un volo per Londra a novembre. Mi sono iscritta a un corso della London University in distance learning di Corporate Strategy e ho ripreso le lezioni d’inglese. Sto pensando a quali libri mettere in valigia per i weekend che passerò (in treno per andare) al mare.

E qui c’è un elenco di cose di lavoro, fatte fin qui.

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